IL
MODELLO E L'IMPIEGATO
di
Livio D'Alessandro
Uno potresti vederlo sfilare al galà
della moda milanese e considerarlo un modello di alta qualità
estetica. Tatuato un po’ da per tutto, originale nella pettinatura
ricercata, numerosi orecchini.
L’altro potresti incontrarlo in una stanza di qualche ministero di
Lione indaffarato tra le cartelle del suo lavoro da impiegato.
In entrambi i casi non ti meraviglieresti.
In realtà il modello e l’impiegato fanno i calciatori; anzi, fanno i
grandi calciatori. E stasera avevano il compito di risollevare con
qualche colpo di magia un avvio sonnolento di Campionato europeo. E
ci sono riusciti. Il primo pennellava a metà del primo tempo un
cross millimetrico che Lampard doveva solo mettere dentro. Poi, a
metà ripresa, aveva l’occasione di chiudere la sfida. Ma quando si
tratta di essere decisivo nelle grandi manifestazioni il modello
tentenna sempre, come a Francia’98, quando fu espulso per fallo di
reazione. Così stasera: gettava al vento il rigore del 2-0 e
permetteva il ritorno degli avversari. E quando tra gli avversari
c’è l’impiegato, non si può mai stare tranquilli; soprattutto nei
momenti decisivi. Lui, quelli, non li disattende mai. Lo dicono i
numeri della sua carriera. E così stasera: con un fulmineo uno-due
stendeva i ragazzi di Sua Maestà ribadendo (se ancora ce ne fosse
bisogno) che al mondo è il numero uno.
Certo, la fortuna alla Francia non manca mai negli ultimi anni.
Aveva chiuso l’Europeo scorso con la rocambolesca vittoria sugli
azzurri, apre questa nuova avventura continentale con un successo
ancora più incredibile. Eppure l’Inghilterra si era mossa bene.
Molto chiusa nella propria metà campo, è vero, ma con una difesa
solidissima e rapide ripartenze soprattutto del giovanissimo Rooney
(nato il 24/10/1985, tre anni e mezzo dopo Gilardino!), assurdamente
sostituito da Eriksson a metà ripresa. Ottimo Lampard e, vorrei
dire, bravissimo Gerrard, ma il suo paradossale errore nel finale
pregiudica naturalmente tutta la sua prestazione. Anche la Francia
si è dimostrata abbastanza in palla anche se meno travolgente del
previsto. Lizarazu è apparso in difficoltà, così come Henry e
Trezeguet, assistiti pochissimo dal centrocampo. Ma Zidane (checchè
ne pensi Trapattoni, Totti una serata così fin’ora l’ha vista solo
in televisione; speriamo comunque che la viva in prima persona a
breve) ce l’ha solo la Francia e la sua freddezza talentuosa ha
messo a tacere i sogni britannici e costretto le redazioni
d’oltremanica a cambiare i titoloni già pronti per l’indomani.
Se è vero che nel calcio le sorprese sono sempre dietro l’angolo,
dopo la giornata di oggi sembra però impossibile che Svizzera e
Croazia possano impensierire l’Inghilterra e la Francia per il
passaggio del turno. Una partita scialba, quella tra elvetici e
croati, con i primi per lo meno grintosi, compatti anche in dieci
contro undici. La squadra di Baric ha invece deluso in tutti gli
effettivi, da Prso ai fratelli Kovac, da Olic a Rapaic. Non poteva
che finire 0-0, con i portieri mai impegnati. Il girone B, insomma,
sembra aver già emesso il proprio verdetto.
Un grande tema di giornata è rappresentato dagli arbitraggi. Il
quesito del giorno riguarda proprio loro. Possibile che due partite
dello stesso girone debbano essere arbitrate con due metri di
giudizio completamente opposti? Possibile che Croazia-Svizzera,
match segnato dal massimo fair play, abbia dovuto registrare dieci
ammonizioni e un espulsione mentre in una battaglia vera con tanti
falli (almeno due dei quali da ultimo uomo) come Inghilterra-Francia
si siano visti solamente cinque cartellini gialli? Queste differenze
di sanzioni peseranno estremamente nelle prossime sfide e le due
“cenerentole” del gruppo saranno ancora più svantaggiate.
Ma ora tocca all’Italia. E tutti domani saremo più contenti perché
se vinceremo W l’Italia e se invece andrà male potremo scalmanarci
con i consueti attacchi al CT, con gli atteggiamenti tipicamente
italiani del “lo dicevo io che…”, “era proprio come pensavo”, ecc…
Divertente, in fondo, questo calcio. |