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14/6/2004

IL MODELLO E L'IMPIEGATO

di Livio D'Alessandro

Uno potresti vederlo sfilare al galà della moda milanese e considerarlo un modello di alta qualità estetica. Tatuato un po’ da per tutto, originale nella pettinatura ricercata, numerosi orecchini.
L’altro potresti incontrarlo in una stanza di qualche ministero di Lione indaffarato tra le cartelle del suo lavoro da impiegato.
In entrambi i casi non ti meraviglieresti.
In realtà il modello e l’impiegato fanno i calciatori; anzi, fanno i grandi calciatori. E stasera avevano il compito di risollevare con qualche colpo di magia un avvio sonnolento di Campionato europeo. E ci sono riusciti. Il primo pennellava a metà del primo tempo un cross millimetrico che Lampard doveva solo mettere dentro. Poi, a metà ripresa, aveva l’occasione di chiudere la sfida. Ma quando si tratta di essere decisivo nelle grandi manifestazioni il modello tentenna sempre, come a Francia’98, quando fu espulso per fallo di reazione. Così stasera: gettava al vento il rigore del 2-0 e permetteva il ritorno degli avversari. E quando tra gli avversari c’è l’impiegato, non si può mai stare tranquilli; soprattutto nei momenti decisivi. Lui, quelli, non li disattende mai. Lo dicono i numeri della sua carriera. E così stasera: con un fulmineo uno-due stendeva i ragazzi di Sua Maestà ribadendo (se ancora ce ne fosse bisogno) che al mondo è il numero uno.
Certo, la fortuna alla Francia non manca mai negli ultimi anni. Aveva chiuso l’Europeo scorso con la rocambolesca vittoria sugli azzurri, apre questa nuova avventura continentale con un successo ancora più incredibile. Eppure l’Inghilterra si era mossa bene. Molto chiusa nella propria metà campo, è vero, ma con una difesa solidissima e rapide ripartenze soprattutto del giovanissimo Rooney (nato il 24/10/1985, tre anni e mezzo dopo Gilardino!), assurdamente sostituito da Eriksson a metà ripresa. Ottimo Lampard e, vorrei dire, bravissimo Gerrard, ma il suo paradossale errore nel finale pregiudica naturalmente tutta la sua prestazione. Anche la Francia si è dimostrata abbastanza in palla anche se meno travolgente del previsto. Lizarazu è apparso in difficoltà, così come Henry e Trezeguet, assistiti pochissimo dal centrocampo. Ma Zidane (checchè ne pensi Trapattoni, Totti una serata così fin’ora l’ha vista solo in televisione; speriamo comunque che la viva in prima persona a breve) ce l’ha solo la Francia e la sua freddezza talentuosa ha messo a tacere i sogni britannici e costretto le redazioni d’oltremanica a cambiare i titoloni già pronti per l’indomani.
Se è vero che nel calcio le sorprese sono sempre dietro l’angolo, dopo la giornata di oggi sembra però impossibile che Svizzera e Croazia possano impensierire l’Inghilterra e la Francia per il passaggio del turno. Una partita scialba, quella tra elvetici e croati, con i primi per lo meno grintosi, compatti anche in dieci contro undici. La squadra di Baric ha invece deluso in tutti gli effettivi, da Prso ai fratelli Kovac, da Olic a Rapaic. Non poteva che finire 0-0, con i portieri mai impegnati. Il girone B, insomma, sembra aver già emesso il proprio verdetto.
Un grande tema di giornata è rappresentato dagli arbitraggi. Il quesito del giorno riguarda proprio loro. Possibile che due partite dello stesso girone debbano essere arbitrate con due metri di giudizio completamente opposti? Possibile che Croazia-Svizzera, match segnato dal massimo fair play, abbia dovuto registrare dieci ammonizioni e un espulsione mentre in una battaglia vera con tanti falli (almeno due dei quali da ultimo uomo) come Inghilterra-Francia si siano visti solamente cinque cartellini gialli? Queste differenze di sanzioni peseranno estremamente nelle prossime sfide e le due “cenerentole” del gruppo saranno ancora più svantaggiate.
Ma ora tocca all’Italia. E tutti domani saremo più contenti perché se vinceremo W l’Italia e se invece andrà male potremo scalmanarci con i consueti attacchi al CT, con gli atteggiamenti tipicamente italiani del “lo dicevo io che…”, “era proprio come pensavo”, ecc…
Divertente, in fondo, questo calcio.

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