IL
PERICOLO VIENE DAL NORD
di
Francesco Bianco
Su
quale sia l'ultima partita in cui l'Italia ha giocato male, credo
che saremmo tutti d'accordo. Messi di fronte a una simile domanda,
risponderemmo all'unisono: ieri, contro la Danimarca.
Occorrerebbe chiederci, piuttosto, quale sia stata l'ultima partita
in cui gli azzurri hanno giocato bene. Non limitandosi a vincere,
intendo, ma dimostrando di avere un gioco, una manovra efficace, una
effettiva superiorità su avversari di spessore internazionale. Non
come la Tunisia (avversaria nell'ultima amichevole), per intenderci,
o l'Azerbaigian (avversaria nell'ultima gara delle qualificazioni
europee).
I miei ricordi, personalmente, si perdono nel tempo. Di prim'acchitto
mi viene in mente la vittoria col Galles nelle qualificazioni
all'Europeo; poi, in ordine sparso, un'amichevole contro l'Olanda
del 1992 (vincemmo per 3 - 2), la semifinale mondiale contro la
Bulgaria nel '94 e forse, ma non ne sono del tutto convinto,
qualcosa di Italia '90.
Memoria corta? Può darsi. Certo è che non è facile, nella (recente)
storia azzurra, trovare prestazioni veramente convincenti a tutti i
livelli.
Più
facile, viceversa, è trovare prestazioni paragonabili all'indecente
pareggio di ieri; preoccupante, più per il gioco (non) espresso che
per l'effettivo risultato, anche alla luce della brillante vittoria
svedese. Gli agguerriti difensori della Nazionale e del Trap
obietteranno, non senza fondamento, che la Svezia ha avuto il
beneficio di giocare la sera e di affrontare un'avversaria assai
meno coriacea della Danimarca; tuttavia, specie in un Europeo da 1,4
gol a partita (media alzata proprio dagli scandinavi a 2 gol a
partita), caratterizzato finora più dalla prudenza che non
dall'audacia, le cinque reti della Svezia acquistano un certo
significato; la Bulgaria, è vero, ha mostrato evidentissime lacune
difensive, ma chi avrebbe scommesso in una goleada altrettanto
rotonda da parte degli azzurri? L'ultimo successo azzurro con più di
quattro gol di scarto risale al 1993. Erano le qualificazioni a USA
'94 e giocavamo in casa contro Malta.
Abbandoniamo pure le statistiche; la Nazionale di ieri è stata a dir
poco imbarazzante; contratti e spesso spaesati, gli azzurri (specie
a centrocampo) sembravano spesso in imbarazzo col pallone fra i
piedi. Senza un centrocampo capace di impostare (Perrotta e Zanetti
sono tutto fuorché registi; e Pirlo sedeva malinconicamente in
panchina...), con Del Piero nella posizione (di esetrno sinistro) in
cui già deluse a Euro '96, l'Italia non ha mai creato col proprio
gioco situazioni di pericolo per la porta di Soerensen. Il quale,
comunque fra i migliori in campo, ha visto i pericoli maggiori
nascere da contesti casuali (le due conclusioni ravvicinate di Del
Piero e Totti, alla fine del primo tempo), calci piazzati (Totti) e
colpi di testa (Vieri). Neppure coi cambi l'Italia ha saputo
cambiare marcia: Gattuso non poteva certo dare qualità alla manovra;
Cassano è risultato impreciso e Totti, non ha approfittato del
teorico beneficio di poter giocare in una posizione più arretrata.
Fiore, che avrebbe dovuto dare qualità alla fascia destra (era
proprio necessario naturalizzare Camoranesi?), è probabilmente
entrato troppo tardi.
Si è parlato del caldo (ma giocavamo contro una squadra di
scandinavi o di africani?), ma occorrerebbe raffreddare, più che la
temperatura, gli animi degli azzurri; quello di Cannavaro, autore di
un fallo da rigore non fischiato e di troppi battibecchi con gli
attaccanti avversari, e soprattutto quello di Totti, graziato
dall'arbitro nel finale di partita dopo un'entrata da codice penale.
E'stata, in breve, una partita da dimenticare in fretta, salvando la
maiuscola e decisiva prestazione di Buffon e quel punticino che ci
tiene agganciati al secondo posto, assieme alla Danimarca. Per
contro, gli svedesi non dimenticheranno facilmente la sfavillante
vittoria di ieri sera: partita vivace ed equilibrata fin dalle
battute iniziali, con un gioco veloce e verticale, sempre ai limiti
del fuorigioco; il primo tempo è stato sostanzialmente equilibrato e
la Bulgaria, fino al gol del raddoppio svedese nella ripresa,
avrebbe potuto pareggiare; poi si è svegliata l'ira divina del
redivivo Larsson e in pochi minuti l'incontro è finito. L'attacco
svedese è ben assortito e di grande qualità; Ibraimovic è un
attaccante tecnico, veloce e forte di testa (qualcuno ricorderà un
certo centravanti olandese che giocò in Italia...); Larsson è una
volpe d'area di rigore, con notevoli doti acrobatiche; Ljungberg è
un fantasista mobile e bravissimo nelle verticalizzazioni.
Dovremmo dispiacerci di aver visto una Svezia così; ma dopo un
pomeriggio così triste e sonnolento, evviva la goleada. Evviva il
volo d'angelo di Henrik Larsson. Italia, guarda e impara.
DANIMARCA - ITALIA 0 - 0
L'AZZURRO: GIGI
BUFFON
RASSEGNA STAMPA
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