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15/6/2004

IL PERICOLO VIENE DAL NORD

di Francesco Bianco

Su quale sia l'ultima partita in cui l'Italia ha giocato male, credo che saremmo tutti d'accordo. Messi di fronte a una simile domanda, risponderemmo all'unisono: ieri, contro la Danimarca.
Occorrerebbe chiederci, piuttosto, quale sia stata l'ultima partita in cui gli azzurri hanno giocato bene. Non limitandosi a vincere, intendo, ma dimostrando di avere un gioco, una manovra efficace, una effettiva superiorità su avversari di spessore internazionale. Non come la Tunisia (avversaria nell'ultima amichevole), per intenderci, o l'Azerbaigian (avversaria nell'ultima gara delle qualificazioni europee).
I miei ricordi, personalmente, si perdono nel tempo. Di prim'acchitto mi viene in mente la vittoria col Galles nelle qualificazioni all'Europeo; poi, in ordine sparso, un'amichevole contro l'Olanda del 1992 (vincemmo per 3 - 2), la semifinale mondiale contro la Bulgaria nel '94 e forse, ma non ne sono del tutto convinto, qualcosa di Italia '90.
Memoria corta? Può darsi. Certo è che non è facile, nella (recente) storia azzurra, trovare prestazioni veramente convincenti a tutti i livelli.
Più facile, viceversa, è trovare prestazioni paragonabili all'indecente pareggio di ieri; preoccupante, più per il gioco (non) espresso che per l'effettivo risultato, anche alla luce della brillante vittoria svedese. Gli agguerriti difensori della Nazionale e del Trap obietteranno, non senza fondamento, che la Svezia ha avuto il beneficio di giocare la sera e di affrontare un'avversaria assai meno coriacea della Danimarca; tuttavia, specie in un Europeo da 1,4 gol a partita (media alzata proprio dagli scandinavi a 2 gol a partita), caratterizzato finora più dalla prudenza che non dall'audacia, le cinque reti della Svezia acquistano un certo significato; la Bulgaria, è vero, ha mostrato evidentissime lacune difensive, ma chi avrebbe scommesso in una goleada altrettanto rotonda da parte degli azzurri? L'ultimo successo azzurro con più di quattro gol di scarto risale al 1993. Erano le qualificazioni a USA '94 e giocavamo in casa contro Malta.
Abbandoniamo pure le statistiche; la Nazionale di ieri è stata a dir poco imbarazzante; contratti e spesso spaesati, gli azzurri (specie a centrocampo) sembravano spesso in imbarazzo col pallone fra i piedi. Senza un centrocampo capace di impostare (Perrotta e Zanetti sono tutto fuorché registi; e Pirlo sedeva malinconicamente in panchina...), con Del Piero nella posizione (di esetrno sinistro) in cui già deluse a Euro '96, l'Italia non ha mai creato col proprio gioco situazioni di pericolo per la porta di Soerensen. Il quale, comunque fra i migliori in campo, ha visto i pericoli maggiori nascere da contesti casuali (le due conclusioni ravvicinate di Del Piero e Totti, alla fine del primo tempo), calci piazzati (Totti) e colpi di testa (Vieri). Neppure coi cambi l'Italia ha saputo cambiare marcia: Gattuso non poteva certo dare qualità alla manovra; Cassano è risultato impreciso e Totti, non ha approfittato del teorico beneficio di poter giocare in una posizione più arretrata. Fiore, che avrebbe dovuto dare qualità alla fascia destra (era proprio necessario naturalizzare Camoranesi?), è probabilmente entrato troppo tardi.
Si è parlato del caldo (ma giocavamo contro una squadra di scandinavi o di africani?), ma occorrerebbe raffreddare, più che la temperatura, gli animi degli azzurri; quello di Cannavaro, autore di un fallo da rigore non fischiato e di troppi battibecchi con gli attaccanti avversari, e soprattutto quello di Totti, graziato dall'arbitro nel finale di partita dopo un'entrata da codice penale.
E'stata, in breve, una partita da dimenticare in fretta, salvando la maiuscola e decisiva prestazione di Buffon e quel punticino che ci tiene agganciati al secondo posto, assieme alla Danimarca. Per contro, gli svedesi non dimenticheranno facilmente la sfavillante vittoria di ieri sera: partita vivace ed equilibrata fin dalle battute iniziali, con un gioco veloce e verticale, sempre ai limiti del fuorigioco; il primo tempo è stato sostanzialmente equilibrato e la Bulgaria, fino al gol del raddoppio svedese nella ripresa, avrebbe potuto pareggiare; poi si è svegliata l'ira divina del redivivo Larsson e in pochi minuti l'incontro è finito. L'attacco svedese è ben assortito e di grande qualità; Ibraimovic è un attaccante tecnico, veloce e forte di testa (qualcuno ricorderà un certo centravanti olandese che giocò in Italia...); Larsson è una volpe d'area di rigore, con notevoli doti acrobatiche; Ljungberg è un fantasista mobile e bravissimo nelle verticalizzazioni.
Dovremmo dispiacerci di aver visto una Svezia così; ma dopo un pomeriggio così triste e sonnolento, evviva la goleada. Evviva il volo d'angelo di Henrik Larsson. Italia, guarda e impara.

 

DANIMARCA - ITALIA 0 - 0

 

L'AZZURRO: GIGI BUFFON

 

RASSEGNA STAMPA

 

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