IL CANTO
DEL PORTO... GALLO!
di
Livio D'Alessandro
Si
chiude dunque il girone A con un rocambolesco rovesciamento di
fronte rispetto alle indicazioni della prima giornata e rispetto ai
pronostici della vigilia. Il Portogallo padrone di casa infatti,
alza la testa ed elimina i “vicini” di Spagna grazie a una
prestazione maiuscola coronata da un gioiello di Nuno Gomes,
evidentemente sempre ispirato in occasione dei Campionati Europei (4
reti anche nell’edizione del 2000). Onore al merito di Luis Felipe
Scolari ampiamente criticato da tutta la stampa internazionale
(Pallainrete in primis) per la formazione iniziale mandata in campo
contro la Grecia, ma pronto fin dal match con la Russia a modificare
le sue idee per il bene della squadra. E infatti stasera, oltre a un
travolgente Costinha, i migliori in campo sono stati Cristiano
Ronaldo, Deco e Ricardo Carvahlo, inizialmente riserve. Soprattutto
il diciannovenne del Manchester United e il centrale del Porto
campione d’Europa si sono rivelati davvero forti, pronti a una
carriera di primissimo piano. Anche la Spagna ha fatto la sua
partita sebbene schierata in campo con una formazione inspiegabile
che prevedeva Baraja e addirittura Valeron e Morientes (questi
ultimi due, autori degli unici gol realizzati dagli iberici nel
torneo) in panchina. E sebbene la fortuna non abbia aiutato gli
uomini di Saez (un palo e una traversa nella ripresa), è pur vero
che tecnicamente i lusitani sono sembrati due categorie superiori.
Uno dei tanti significati di un match altamente spettacolare e
intensissimo, era rappresentato, fin dalla vigilia, dalle tante
sfide nella sfida. Le due principali, vinte entrambe dai portoghesi,
vedevano di fronte i giovanissimi Ronaldo e Torres e i galacticos
Figo e Raul. Quest’ultimo, in attesa che l’Italia esca e si possa
imputare Totti, è finora la più grande delusione dell’Europeo: un
fantasma. Non ha brillato in nessuna delle tre partite e stasera è
andato al di sotto di ogni più pessimistica ipotesi. Fermo,
imballato, poco grintoso, distratto, in alcune circostanze anche
sfortunato. Talvolta nelle sue giocate non riuscite e nelle sue
meste espressioni, sembra di vedere Alex Del Piero, continuamente
alla ricerca del campione che fu.
In contemporanea al big match tra confinanti, maturava a Faro
l’incredibile trionfo della Grecia che, sebbene sconfitta dalla
Russia già eliminata, guadagnava l’accesso ai quarti per una rete di
Zizys Vryzas allo scadere del primo tempo e si garantiva il
passaggio del turno per la complessa regola di chi ha segnato di
più. Strani, ancora una volta, gli scherzi del calcio; proprio
Vryzas realizza la rete più importante della storia della sua
nazionale la sera in cui Perugia e Fiorentina (le sue due squadre
del cuore) si giocano la permanenza e la promozione in serie A.
È un miracolo, comunque, quello degli ellenici, guidati dallo
stratega Otto Rehhagel, il quale con i suoi metodi di lavoro
teutonici consente alla Grecia, nell’anno delle Olimpiadi, di
ottenere un’altra, insperata, vetrina internazionale. Complimenti
anche alla Russia, che lotta fino alla fine sebbene per lei fosse
una partita senza posta in palio.
Che questo serva di monito per gli azzurri che affronteranno la
Bulgaria già eliminata! |