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21/6/2004

IL CANTO DEL PORTO... GALLO!

di Livio D'Alessandro

Nuno GomesSi chiude dunque il girone A con un rocambolesco rovesciamento di fronte rispetto alle indicazioni della prima giornata e rispetto ai pronostici della vigilia. Il Portogallo padrone di casa infatti, alza la testa ed elimina i “vicini” di Spagna grazie a una prestazione maiuscola coronata da un gioiello di Nuno Gomes, evidentemente sempre ispirato in occasione dei Campionati Europei (4 reti anche nell’edizione del 2000). Onore al merito di Luis Felipe Scolari ampiamente criticato da tutta la stampa internazionale (Pallainrete in primis) per la formazione iniziale mandata in campo contro la Grecia, ma pronto fin dal match con la Russia a modificare le sue idee per il bene della squadra. E infatti stasera, oltre a un travolgente Costinha, i migliori in campo sono stati Cristiano Ronaldo, Deco e Ricardo Carvahlo, inizialmente riserve. Soprattutto il diciannovenne del Manchester United e il centrale del Porto campione d’Europa si sono rivelati davvero forti, pronti a una carriera di primissimo piano. Anche la Spagna ha fatto la sua partita sebbene schierata in campo con una formazione inspiegabile che prevedeva Baraja e addirittura Valeron e Morientes (questi ultimi due, autori degli unici gol realizzati dagli iberici nel torneo) in panchina. E sebbene la fortuna non abbia aiutato gli uomini di Saez (un palo e una traversa nella ripresa), è pur vero che tecnicamente i lusitani sono sembrati due categorie superiori. Uno dei tanti significati di un match altamente spettacolare e intensissimo, era rappresentato, fin dalla vigilia, dalle tante sfide nella sfida. Le due principali, vinte entrambe dai portoghesi, vedevano di fronte i giovanissimi Ronaldo e Torres e i galacticos Figo e Raul. Quest’ultimo, in attesa che l’Italia esca e si possa imputare Totti, è finora la più grande delusione dell’Europeo: un fantasma. Non ha brillato in nessuna delle tre partite e stasera è andato al di sotto di ogni più pessimistica ipotesi. Fermo, imballato, poco grintoso, distratto, in alcune circostanze anche sfortunato. Talvolta nelle sue giocate non riuscite e nelle sue meste espressioni, sembra di vedere Alex Del Piero, continuamente alla ricerca del campione che fu.
In contemporanea al big match tra confinanti, maturava a Faro l’incredibile trionfo della Grecia che, sebbene sconfitta dalla Russia già eliminata, guadagnava l’accesso ai quarti per una rete di Zizys Vryzas allo scadere del primo tempo e si garantiva il passaggio del turno per la complessa regola di chi ha segnato di più. Strani, ancora una volta, gli scherzi del calcio; proprio Vryzas realizza la rete più importante della storia della sua nazionale la sera in cui Perugia e Fiorentina (le sue due squadre del cuore) si giocano la permanenza e la promozione in serie A.
È un miracolo, comunque, quello degli ellenici, guidati dallo stratega Otto Rehhagel, il quale con i suoi metodi di lavoro teutonici consente alla Grecia, nell’anno delle Olimpiadi, di ottenere un’altra, insperata, vetrina internazionale. Complimenti anche alla Russia, che lotta fino alla fine sebbene per lei fosse una partita senza posta in palio.
Che questo serva di monito per gli azzurri che affronteranno la Bulgaria già eliminata!

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