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25/6/2004

BECK HOM

di Livio D'Alessandro

David Beckham

Non si stupirebbe nessuno se tra qualche anno qualche portoghese (o inglese, da diversa prospettiva) intraprendente e fantasioso decidesse di scrivere un libro o un film su Portogallo-Inghilterra 8-7. Una di quelle partite che chi l’ha vista ed è giovane, non vede l’ora di raccontarla ai figli. Dirà loro che queste due nazionali si sono affrontate a viso aperto per 120 minuti e anche ai rigori sembrava che nessuno dovesse vincere. Finchè ad un tratto, colto da telecamere, la leggenda lusitana Eusebio gridava qualcosa a Ricardo Pereira, portiere dello Sporting, titolare nonostante l’opinione pubblica gli preferisse Vitor Baia. In televisione non era facile cogliere bene il labiale di Eusebio, ma Ricardo senz’altro capiva. E nel giro di un minuto si trasformava in eroe nazionale; prima parando a mani incredibilmente nude il rigore di Vassell, poi caricandosi sulle spalle ogni responsabilità scansando il rigorista designato e realizzando egli stesso il rigore decisivo. A quel punto, nel tripudio generale, veniva sommerso da tutti i compagni. Fra questi non mancava Manuel Rui Costa. Il fantasista rossonero è protagonista di un Europeo pieno di contraddizioni. Scaricato dopo la prima partita dal tecnico Scolari e anche da gran parte della critica, sta sfruttando invece al meglio i minuti di gioco che il tecnico brasiliano gli concede. Dopo il gol contro la Russia, ecco quello stupendo e importantissimo di questa sera. Una rete che – a risultato acquisito - cancella anche la macchia del rigore sbagliato.
Chi avrà invece maggiori difficoltà a dimenticare l’errore dal dischetto è David Beckham. Il re dei tatuaggi e dei cross di destro ha mandato alle stelle il pallone del primo rigore dell’intera serie condizionando pesantemente il risultato. Ora, anche considerando l’errore contro la Francia, sarà più difficile per media e tifosi inglesi non cercare in lui il capro espiatorio dell’eliminazione. Certo, il suo rivale “galactico” Luis Figo ha fatto poco meglio, così tanto poco da essere ancora una volta sostituito da Scolari nel corso della ripresa. Figo non sembrava averla presa molto bene, ma alla fine avrà accettato il cambio visto che il suo sostituto Helder Postiga ha realizzato il gol del fondamentale pareggio oltre che il delicatissimo primo rigore della serie a oltranza con un “cucchiaino” che ha ricordato quello con cui Totti ingannò Van der Saar nella semifinale del 2000.
Anche la tanto attesa sfida tra piccole star del futuro si è smorzata sul nascere a causa dell’infortunio che ha tolto di mezzo Wayne Rooney nel corso del primo tempo. E Ronaldo è stato meno incisivo di altre volte. L’appuntamento tra i due è rimandato al primo Everton-Manchester di Premierleague e, per palcoscenici più importanti, al Mondiale in Germania.
Chissà se ci sarà ancora Eriksson fra due anni sulla panchina inglese. Ieri l’ex tecnico biancoceleste ha la responsabilità di aver troppo arretrato il baricentro della squadra sostituendo l’ottimo Paul Scholes con il più debole dei fratelli Neville, Phil, permettendo l’arrembaggio del Portogallo nel corso della ripresa. Ma al tecnico svedese vanno riconosciuti molti meriti per aver costruito un gruppo solido, con una struttura di gioco invidiabile, e le prospettive di un buon futuro. Sia ai Mondiali che a questi Europei la sua marcia non è mai andata oltre i quarti di finale, ma va detto che la buona sorte ha sempre voltato le spalle ai ragazzi della Regina.
La fortuna invece non sembra mancare a Scolari. È curioso notare come dei 6 gol realizzati fin qui dal Portogallo in questo Europeo, ben 5 siano stati realizzati da giocatori partiti dalla panchina. Come leggere questo strano dato? Merito del tecnico brasiliano aver sempre intuito i cambi giusti o demerito per non aver messo in campo dall’inizio chi stava meglio? Difficile rispondere. Quel che conta è che il Portogallo ha raggiunto le semifinali confermando la tradizione che vuole la squadra di casa sempre semifinalista agli Europei.
Non chiediamo agli altri quarti di finale di terminare 8-7. Basterebbero tre partite intense la metà di Portogallo-Inghilterra per farci divertire. Specialmente a noi italiani così mal abituati all’entusiasmo nel vedere la nazionale

PORTOGALLO - INGHILTERRA 8 - 7 (2 - 2)

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