GRECIA DA
OTTO
di
Livio D'Alessandro
Che sorpresa! Non se l’aspettava
nessuno questa Grecia! Bella, concreta, simpatica. Con un match
impeccabile vendica la beffa che “i galletti” ci inflissero quattro
anni fa a Rotterdam e vola in semifinale dove affronterà la vincente
della sfida di dopodomani tra Repubblica ceca e Danimarca.
Dopo la grande epidemia del primo turno (Italia, Spagna, Germania),
spariscono dunque con i primi due quarti di finale (Inghilterra e
Francia) tutte e cinque le grandi nazioni del calcio europeo. Sarà
la voglia di mettersi in mostra delle così dette squadre minori
oppure sarà la stanchezza e lo stress con cui arrivano alle grandi
manifestazioni i giocatori dei grandi club europei, oppure (ma non
credo) sarà un caso, fatto sta che il rendimento delle nazionali
blasonate si è rivelato molto al di sotto delle aspettative in
questo Campionato europeo.
Quello della Francia è un mistero ancora più grande. È arrivata alla
manifestazione portoghese imbattuta nell’ultimo biennio: la
sconfitta più recente risaliva ai Mondiali del 2002! Ha vinto tutte
le partite del girone di qualificazione, ha vinto la Confederation
Cup l’estate scorsa, non aveva subito neanche un gol nelle dieci
partite precedenti a quella d’apertura contro l’Inghilterra. Era la
favorita numero uno di appassionati, giornalisti e bookmakers ma fin
dalla prima partita ha mostrato enormi difficoltà ed è riuscita a
portare a casa il risultato grazie all’errore di Beckham dal
dischetto e alle magie del suo campione più illustre: Zidane. Anche
contro la Croazia è stata graziata dall’arbitro e dalle
disattenzioni (a esser gentili) di Igor Tudor che ha regalato ai
transalpini entrambi i gol. La Svizzera era evidentemente un
avversario non indicativo visto che l’impatto contro la rocciosa
Grecia di Otto Rehhagel è stato fatale ai francesi. Thuram
disastroso al centro della difesa (ruolo che continua
inspiegabilmente a preferire), Pires opaco, Lizarazu impalpabile
soprattutto in fase difensiva, Trezeguet non pervenuto e Zidane in
ombra rappresentano solo alcune delle motivazioni che hanno
determinato la sconfitta clamorosa di questa sera. Dall’altra parte,
infatti (e va sottolineato), c’era una squadra molto ben organizzata
da un commissario tecnico che dopo i tanti trionfi in patria (tre
scudetti, quattro Coppe nazionali e una Coppa delle Coppe) ha deciso
di rimettersi in gioco andando a importare mentalità vincente ed
esperienza in una nazione storicamente lontana dai palcoscenici
calcistici di alto livello. Rehhagel è stato capace di valorizzare
al massimo i suoi giocatori. Impeccabile ad esempio, questa sera,
Dellas al centro della difesa. Ottimo anche il lavoro di
impostazione e di possesso palla effettuato dall’interista Karagunis.
Migliore in campo in assoluto è stato però forse il capitano
Zagorakis, autentico dominatore della fascia destra e autore
dell’assist decisivo, uno dei più pregevoli dell’intero Europeo. Ma
grande anche il lavoro di Bassinas davanti alla difesa o di
Katsuranis, efficacissimo con le sue incursioni offensive anche
senza palla, come in occasione dell’azione del gol di Charisteas. Il
gol più importante della storia del calcio greco.
Arrivati a questo punto si può affermare con una certa sicurezza che
le partite da qui in avanti sono aperte a qualsiasi risultato;
certo, Olanda e Repubblica ceca sembrano avere qualcosa in più delle
altre squadre, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Rehhagel
e i suoi ragazzi lo sanno bene e ce la metteranno tutta per regalare
a se stessi e alla nazione intera un sogno di dimensioni… olimpiche.
FRANCIA - GRECIA 0 - 1 |