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1/7/2004

FIGHISSIMO

di Livio D'Alessandro

Il Portogallo è in finale

Quanta euforia! Da tempo non capitava di vedere tanto entusiasmo e tanta passione in un popolo europeo per una finale calcistica. Sembra di stare in America latina. Invece è Portogallo. Il Portogallo del brasiliano Scolari e dei suoi talentuosi giocatori. Il Portogallo del suo capitano Luis Figo che nella partita della storia ha tirato fuori gli artigli e la classe che lo hanno reso noto nel mondo conducendo per mano la squadra, lo stadio, la nazione intera. Il Portogallo del gol di Maniche, talmente fuori da ogni schema che la regia televisiva ne ha perso la diretta. Il Portogallo di Cristiano Ronaldo, la cui prova è stata definita meno positiva del solito dai commentatori televisivi di ogni canale. Mi permetterei di sottolineare che un diciannovenne che in una semifinale di Campionato europeo finita 2-1 apre le marcature e fornisce il pallone all’autore del secondo gol, sbrigandosi con l’esperienza di un veterano a battere il calcio d’angolo, beh, è quasi un eroe del calcio. Diventa secondario se nel corso della partita abbia perso più dribbling del solito o sia stato meno incisivo sulla fascia.
La caratteristica che più stupisce in questa squadra è e resterà, comunque vada la finale, la capacità di successo pur in un contesto alienante di totale assenza di punte di valore. Postiga è forse il migliore ma Scolari inspiegabilmente non lo vede nemmeno (tranne il breve scorcio contro l’Inghilterra nel quale l’attaccante è risultato peraltro più che decisivo realizzando il gol del 2-1 e, con azzardato “cucchiaino” il delicatissimo primo rigore a oltranza); Nuno Gomes è un discreto giocatore che sembra esaltarsi solo in occasione degli Europei e che fin qui è stato decisivo solo contro la Spagna; ma la certezza e, nello stesso tempo, il mistero di questo reparto rispondono al nome di Pauleta. Certezza perché è senz’altro un giocatore scarso, forse il peggior attaccante dell’intera competizione. Mistero perché non si riesce a capire come sia possibile che Felipao gli continui a conferire così tanta fiducia. Dopo l’errore clamoroso di questa sera però (definito “da impiccagione” da Mauro Sandreani, forse in preda ad enfasi, in telecronaca diretta), commesso dall’attaccante a tu per tu con Van der Sar, il tecnico brasiliano è destinato a tornare sui suoi passi.
L’Olanda dal canto suo, non ha meritato neanche per un secondo di andare in finale. Non lo avrebbe meritato l’allenatore, Dick Advocaat, che non è riuscito a dare a questa squadra né un gioco, né un’identità. Ogni individualità era fine a se stessa, invece di essere fine a Van Nistelrooy, il maggiore patrimonio della rosa orange a cui non è stata data la totale possibilità di esprimersi ai suoi livelli. L’Olanda in tutto il torneo ha avuto la meglio, nei 90 minuti regolamentari, solamente della Lettonia ed è francamente poco. A questo insuccesso hanno contribuito soprattutto le insufficienti prestazioni di Davids (che stasera in occasione del primo gol di Ronaldo era comodamente appoggiato al primo palo come quando si aspetta il tram; altro che Vieri o Rivera che almeno ci hanno provato) e di Seedorf, forse mai totalmente ripresosi dall’infortunio subito durante la preparazione. Agli altri giocatori (Overmars, Van der Meyde, Heitinga, Van der Vaart) non si possono addossare grandi colpe perché sono state le prime vittime della confusione del CT che li ha messi, tolti, rimessi, senza un criterio logico. Almeno stasera inoltre, ci saremmo attesi l’ingresso di Kluivert negli ultimi minuti. Invece Kluivert è stato l’unico giocatore della rosa, oltre ai portieri, a non essere mai sceso in campo. E visto che Kluivert non risulta essere proprio l’ultimo arrivato, ma uno dei più prolifici bomber della storia della nazionale orange, questo accanimento lascia perplessi.
Domani avremo il verdetto dell’altra semifinale. Comunque vada, una cosa è certa: il Portogallo avrà il favore del pronostico per la finalissima. Per un fatto ambientale e per un fatto statistico: la squadra padrona di casa dell’Europeo che va in finale, vince sempre (Spagna 64, Italia 68, Francia 84). Ma i pronostici sono fatti per essere rovesciati, lo sanno bene greci e cechi. Questi ultimi intanto, con l’uscita di scena di Van Nistelrooy hanno già conquistato un successo: a meno di clamorose goleade nelle restanti due partite, Baros sarà il capocannoniere della manifestazione.

PORTOGALLO - OLANDA 2 - 1

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