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2/7/2004

LA COLONNA TRAIANA

di Francesco Bianco

Traianos Dellas

L'incredibile si verifica: la nazionale favorita, quella che aveva sempre vinto segnando almeno due reti alle proprie avversarie, si è fermata di fronte alla rivelazione ellenica. Curioso che a dare il gol vittoria ai greci sia stato un gigante che gioca a Roma e che porta l'altisonante nome di un imperatore romano (nato nella penisola iberica): Traiano(s).
Il calcio è strano e ci piace per questo: la Repubblica Ceca, partita su ritmi alti decisa a sfondare il muro della formazione di Rehagel, aveva sfiorato il vantaggio due minuti dopo il fischio d'inizio, su un gran tiro al volo di Rosicky stampatosi sulla traversa. I cechi erano rapidi, forti nel dribbling, capaci di verticalizzare; Nedved, non ostante l'incubo della possibile ammonizione (e Collina non è che sia uno che si lascia commuovere), giocava a tutto campo con la verve dei tempi migliori.
E la Grecia non mollava. Quantunque il suo solido impianto difensivo di tanto in tanto sembrava poter cedere, gli ellenici non si sono mai scomposti, ripartendo ordinati e veloci ma senza impensierire troppo la retroguardia avversaria.
Poi, verso la fine del primo tempo, dopo che perfino Nikopolidis (quello che forse, fra i suoi aveva convinto di meno nel corso del torneo) aveva fatto il suo (due deviazioni in angolo, una su Nedved e una su Jankulovski), per i cechi è arrivata la beffa: l'infortunio di Nedved (la sfortuna è ceca, la fortuna è greca).
Se si volesse vedere non "la" svolta, ma una delle svolte della partita, forse è questa. Smicer, il sostituto, non è certo l'ultimo arrivato, ma il biondo pallone d'oro in carica garantiva un altro impatto contro i difensori avversari. Nel secondo tempo, a fronte di una Repubblica Ceca sempre meno padrona del campo (ma tuttavia capace, con Rosicky, Koller e Baros, di creare occasioni), la Grecia si è fatta più intraprendente, rendendosi più volte pericolosa nei pressi dei pali difesi da Cech.
Lo vedevamo, di tanto in tanto, "pizzicato" dalla regia televisiva, il biondo Nedved: si agitava, inquieto, sulla panchina, per non poter aiutare gli avversari a scardinare una difesa arcigna e raggiungere una finale che la Repubblica Ceca, sulla carta, avrebbe meritato più di chiunque altro.
M il campo parlava sempre più greco: stanchezza e comprensibile nervosismo (per un risultato che non si sbloccava) nei cechi, coraggio e speranze cresenti negli ellenici di Rehagel. Più il tempo trascorreva e più un eventuale gol avrebbe avuto il sapore della vittoria.
Curiosamente, proprio verso la fine dei tempi regolamentari, è stato proprio Dellas a sfiorarlo (di testa, of course), su prezioso assist di Tsiartas. E proprio alla fine del primo tempo supplementare, lo stesso difensore giallorosso, deviando un calcio d'angolo dal primo palo (senza neanche saltare!), ha segnato un gol (il primo della sua carriera in nazionale) più "golden" che "silver": la partita è finita lì, con i cechi stremati ed increduli e i greci rinvigoriti, a festeggiare una finale che, comunque andrà, li iscrive di diritto nelle pagine più prestigiose della storia del calcio nazionale.
Inaspettato? Sicuramente, ma fino ad un certo punto. L'organizzazione d gioco dei greci non è più una novità: si difendono bene e sanno capitalizzare le occasioni che creano. Basinas, Zagorakis e soprattutto Karagounis (che dovrà saltare la finale per squalifica) garantiscono alla manovra sbocchi interessanti; Caristeas e Vryzas non sono certo due fenomeni (pur sempre meglio di Pauleta, però...), ma finora hanno svolto la loro parte.
Entusiasmo, dunque, per una storica finale raggiunta. La quale, guarda caso, ci ripropone le stesse due squadre dell'incontro inaugurale. Il Portogallo, da allora, è molto cambiato: una mezza dozzina di nomi nuovi si sono imposti come titolari, Figo è cresciuto, Ronaldo (già a segno nella prima partita) è esploso, l'entusiasmo e il pubblico hanno fatto il resto. La Grecia è la stessa ed anche questo è un bene. Per poter sperare nella vittoria finale, Rehagel non deve cambiare proprio nulla.

 GRECIA - REPUBBLICA CECA 1 - 0 (0 - 0)

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