LA VERDE
EUROPA
di
Francesco Bianco
A
tre partite dal termine di Euro 2004 possiamo dirlo: è l'europeo dei
giovani. Tra stelle cadute, cadenti o semplicemente poco brillanti,
si sono fatte largo le nuove leve del calcio europeo, protagoniste
nelle proprie rispettive nazionali a scapito, molto spesso, proprio
dei compagni più anziani, affermati e titolati. E' il caso di Wayne
Rooney, autentico trascinatore
dell'Inghilterra e capocannoniere del torneo portoghese, almeno fino
a quando non si è infortunato nella partita contro il Portogallo.
Fin dall'esordio contro la Francia (sua l'azione che aveva portato
al rigore poi sbagliato da Beckham), si aveva l'impressione di avere
a che fare con un autentico baby prodigio: un attaccante veloce e
potente, dotato di un gran tiro (vedi il primo gol contro la
Croazia) e di un innato fiuto del gol che gli è valso quattro reti
in tre gare e uno scampolo. Finché è stato in campo, la pessima
forma di Beckham e la scarsa vena di Owen sono state compensate
dalla sua verve. Uscito lui, per gli inglesi è calato il sipario
(anche contro la Francia, dopo la sua sostituzione, la nazionale
britannica è stata rimontata e superata). Peccato davvero: avrebbe
potuto essere l'autentica stella del torneo. Ne rileva l'eredità
Milan
Baros, talentuoso attaccante
della Repubblica Ceca, impostosi all'attenzione del grande pubblico
per non aver fallito neppure una partita. Autore di cinque gol
importanti, dopo una stagione (al Liverpool) rovinata dagli
infortuni che non gli ha impedito di preparare ottimamente l'impegno
più importante. Per lui non è ancora finita.
Nell'Olanda dei panchinari Overmars e Zenden, vecchi leoni delle
fasce, si è invece imposto un giovane esterno del PSV Eindhoven.
Arjen
Robben, 20 anni, bravo nel
dribbling e nei cross dal fondo, autentica manna per Van Nistelroij.
Nella Germania (sempre per restare nel girone di ferro), eliminata
senza scusanti nella prima fase, una delle note positive è stata
Philip
Lahm, terzino dello Stoccarda
già protagonista in Champions League.
Il Portogallo di Scolari, che ha cambiato molto nel corso del
torneo, deve buona parte della sua metamorfosi all'impiego più
regolare di Cristiano
Ronaldo, eccezionale nei
dribbling (a volte eccessivo) e nel gioco sulla fascia destra; e
come dimenticare, dopo tanti inutili tentativi di Nuno Gomes contro
l'Inghilterra, quel colpo di testa vincente di Helder
Postiga? Difficilmente,
a fronte delle reti dell'ex viola e del giovane attaccante del
Totthenam, il "titolare" Pauleta ritroverà il suo posto in campo
nella semifinale...
Nella Svezia che ha eliminato l'Italia molto hann contato, accanto
al redivivo Larsson, la classe e la velocità (oltre alla fortuna) di
Zlatan
Ibrahimovic, che ha macchiato
il suo Europeo con il rigore fallito contro l'Olanda.
E gli azzurri? Non fanno eccezione. Uscito di scena Totti,
intermittente Del Piero, finito Vieri, la stella che avrebbe potuto
mandare avanti la baracca è stata quella del talento e
dell'incoscienza di Antonio
Cassano. Peccato. E chiediamoci
cosa avrebbe potuto fare, in un campionato d'Europa così "verde", un
certo centravanti del Parma... |