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29/6/2004

LA VERDE EUROPA

di Francesco Bianco

Helder PostigaA tre partite dal termine di Euro 2004 possiamo dirlo: è l'europeo dei giovani. Tra stelle cadute, cadenti o semplicemente poco brillanti, si sono fatte largo le nuove leve del calcio europeo, protagoniste nelle proprie rispettive nazionali a scapito, molto spesso, proprio dei compagni più anziani, affermati e titolati. E' il caso di Wayne Rooney, autentico trascinatore dell'Inghilterra e capocannoniere del torneo portoghese, almeno fino a quando non si è infortunato nella partita contro il Portogallo. Fin dall'esordio contro la Francia (sua l'azione che aveva portato al rigore poi sbagliato da Beckham), si aveva l'impressione di avere a che fare con un autentico baby prodigio: un attaccante veloce e potente, dotato di un gran tiro (vedi il primo gol contro la Croazia) e di un innato fiuto del gol che gli è valso quattro reti in tre gare e uno scampolo. Finché è stato in campo, la pessima forma di Beckham e la scarsa vena di Owen sono state compensate dalla sua verve. Uscito lui, per gli inglesi è calato il sipario (anche contro la Francia, dopo la sua sostituzione, la nazionale britannica è stata rimontata e superata). Peccato davvero: avrebbe potuto essere l'autentica stella del torneo. Ne rileva l'eredità Milan Baros, talentuoso attaccante della Repubblica Ceca, impostosi all'attenzione del grande pubblico per non aver fallito neppure una partita. Autore di cinque gol importanti, dopo una stagione (al Liverpool) rovinata dagli infortuni che non gli ha impedito di preparare ottimamente l'impegno più importante. Per lui non è ancora finita.
Nell'Olanda dei panchinari Overmars e Zenden, vecchi leoni delle fasce, si è invece imposto un giovane esterno del PSV Eindhoven. Arjen Robben, 20 anni, bravo nel dribbling e nei cross dal fondo, autentica manna per Van Nistelroij.
Nella Germania (sempre per restare nel girone di ferro), eliminata senza scusanti nella prima fase, una delle note positive è stata Philip Lahm, terzino dello Stoccarda già protagonista in Champions League.
Il Portogallo di Scolari, che ha cambiato molto nel corso del torneo, deve buona parte della sua metamorfosi all'impiego più regolare di Cristiano Ronaldo, eccezionale nei dribbling (a volte eccessivo) e nel gioco sulla fascia destra; e come dimenticare, dopo tanti inutili tentativi di Nuno Gomes contro l'Inghilterra, quel colpo di testa vincente di Helder Postiga? Difficilmente, a fronte delle reti dell'ex viola e del giovane attaccante del Totthenam, il "titolare" Pauleta ritroverà il suo posto in campo nella semifinale...
Nella Svezia che ha eliminato l'Italia molto hann contato, accanto al redivivo Larsson, la classe e la velocità (oltre alla fortuna) di Zlatan Ibrahimovic, che ha macchiato il suo Europeo con il rigore fallito contro l'Olanda.
E gli azzurri? Non fanno eccezione. Uscito di scena Totti, intermittente Del Piero, finito Vieri, la stella che avrebbe potuto mandare avanti la baracca è stata quella del talento e dell'incoscienza di Antonio Cassano. Peccato. E chiediamoci cosa avrebbe potuto fare, in un campionato d'Europa così "verde", un certo centravanti del Parma...

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