11/6/2002

best of seconda giornata

MORIENTES (Spagna): Gioca solo un tempo sostituendo il malandato ed evanescente Tristan; si impone, lotta e regala, con una autorevole doppietta, gli ottavi ai giallorosi iberici. Il suo ingresso in squadra risulta più che mai risolutivo per le sorti della nazionale di Chamacho e davvero non si capisce l'ostinazione "perversa" a lasciarlo in partenza in panca. L'infortunio di Tristan potrebbe proiettare Fernando ad essere il vero grande "hombre del mundial".

KAHN (Germania): Se i tedeschi non dovranno sudare più di tanto per accedere agli ottavi, il merito è soprattutto suo. Oliver Kahn, trentadue primavere alle spalle, ha dimostrato, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che forse il tanto contestato pallone d'oro assegnato lo scorso inverno ad Owen, lo meritava davvero lui. Contro l'Eire si è infatti reso protagonista di almeno quattro interventi straordinari senza i quali, probabilmente, la comitiva di Voeller avrebbe rischiato paurosamente la prima esclusione della sua storia al primo turno.

PAULETA (Portogallo): C'è soprattutto il suo contributo nella robante riscossa portoghese; aveva colpevolmente ciccato la partita "disfatta" con gli Stati Uniti, si è conquistato con merito la palma del migliore in campo contro i derelitti polacchi "bucando" impietosamente Dudek per ben tre volte. Ed è una tripletta prestigiosa che lo proietta, all'improvviso, all'assalto della classifica cannonieri di questo mondiale, ora che il ct Oliveira ha finalmente ritrovato i suoi gioielli che erano d'incanto sembrati "apatici". Con Pauleta e Rui Costa ritrovati, la "lingua" estrema dell'Europa occidentale, potrà davvero dire la sua in questo mondiale iniziato inaspettatamente fra critiche e malumori.


11/6/2002

worse of seconda giornata

MATERAZZI (Italia): Semplicemente inquietante il modo in cui la disfatta azzurra contro la Croazia passi attraverso i suoi errori. Nonostante lo scudetto incredibilmente perso, Marco si era presentato al mondiale molto motivato a tal punto che si resta increduli di fronte ai suoi errori senza appello. Lento e impacciato anche quando si tratta di spazzar via la più tranquilla delle palle, l'ex perugino resta spettatore colpevole in occasione dell'uno-due croato. La critica lo condanna oltremisura ma ammettiamo che dopo cotanta sciagura non è facile assolverlo con la consueta "filosofia".

VERON (Argentina): Latita nella partita più delicata del mondiale biancazzurro a tal punto che induce il confuso Bielsa a sostituirlo senza appelli ulteriori. E' l'unica sua attenuante...per il resto lo osserviamo malinconicamente impreciso e svogliato, lento e impacciato...tutte "doti" lontane anni luce da un giocatore del suo calibro. Non onora la maglia e annaspa di fronte ai "lord" del centrocampo inglese tanto da far sembrare un fenomeno Aimar che lo sostituisce nella ripresa...

LJUNGBERG (Svezia): Nonostante la vittoria contro la Nigeria e la potenzialità di rispedire verso casa la favorita Argentina (ai nordici basterà un pari mercoledì), c'è un caso Ljungberg, il quotato centrocampista che lascia esterrefatti tutti i suoi numerosi estimatori. Nel centrocampo svedese è un pesce fuor d'acqua, pessimo...incredibilmente abulico. Non si riesce a comprenderne la ragioni ed è davvero una manna poter contare su un Larsson straordinariamente vivace e risolutivo.


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