Qualche settimana fa mi ero trovato a scrivere sulle pagine di questo
giornale un articolo dal titolo "il calcio comunque sconfitto". Erano i
giorni immediatamente posteriori le convocazioni per l'europeo under 21
e per il campionato del mondo. Sottolineavo come la linea scelta dal ct
Trapattoni e dal ct Gentile fosse, a mio avviso, un insulto al gioco
del calcio, alla sua fantasia, alla sua tradizione di divertimento.
Baggio e Cassano a casa, non ci potevo credere. Non mi sentivo di
escludere che entrambe le Italie avrebbero potuto trionfare, ma mi
sentivo di urlare che se anche esse avessero allargato le bacheche
federali, l'anima del nostro calcio avrebbe perso comunque.
Oggi mi rendo conto che ero stato fin troppo ingenuo: non avevo capito
infatti che quest'Italia (mi concentro in questo articolo solo sulla
Nazionale maggiore)in realtà non avrebbe potuto vincere un bel niente.
E la colpa è soprattutto dell'allenatore che ha infilato, dal giorno
delle convocazioni alla partita con la Corea, una serie di errori
imperdonabili che dovrebbero rendere scontato il suo allontanamento
considerando che Vicini, Maldini e Zoff hanno dovuto lasciare per colpe
molto meno gravi.
Analizzo gli errori principali di Giovanni Trapattoni; quelli chiari
fin dall'inizio, quelli commessi in corsa.
L'errore più grande è stato quello di lasciare a casa Roberto Baggio,
giocatore di maggior talento del nostro calcio, nonché giocatore più
amato in Italia e in Oriente, nonché giocatore in forma smagliante.
Lasciarlo a casa inventando dubbi sulla sua condizione fisica. Non mi è
sembrato che il Trap abbia poi prestato molta attenzione alle
condizioni fisiche dei giocatori, visto che Paolo Maldini ha giocato
sempre senza reggersi in piedi.
Il secondo grande errore è stato quello di convocare sei attaccanti
per poi farne giocare per la gran parte dei minuti uno e mezzo. Sarebbe
stato molto più sensato convocare qualche centrocampista in più, magari
qualche centrocampista dai piedi buoni come Ambrosini o Fiore o Corini.
E qui mi collego al terzo errore. Era un'Italia di gregari, mancava
inventiva e quella presente in rosa è stata gestita malissimo (penso a
Doni fuori ruolo) o relegata in panchina (penso a Montella). Ed ecco il
quarto clamorosissimo errore di Trapattoni: la gestione di Montella.
Vincenzo avrebbe dovuto - e vorrei gridarglielo in faccia, all'uomo di
Cusano- giocare ogni santissimo minuto perché avrebbe ridicolizzato
senza scampo la difesa dell'Ecuador, quella croata, quella messicana e
soprattutto quella coreana. E invece no. Ieri sarebbe entrato solo per
tirare il rigore. Mi chiedo cos'altro debba dimostrare ancora
l' aereoplanino per giocare da titolare con qualsivoglia casacca.
Ulteriore gravissimo errore è stato quello di barricarsi con Gattuso al
posto di Del Piero sull' 1-0 contro la Corea. E' stata la mossa simbolo
delle paure e delle insicurezze che hanno accompagnato il Trap fin
dalla prima partita e che si sono inevitabilmente ripercosse sui
giocatori, apparsi abbastanza timorosi. E' stata anche la dimostrazione
che non per legge chi si chiude in difesa mantiene il vantaggio. Anzi,
solitamente chi gioca con i giocatori più forti aumenta il vantaggio
acquisito.
Insomma, a mio modo di vedere, un fallimento professionale di
dimensioni catastrofiche da parte di Trapattoni. Si aggiunga a questo
l'altra grande delusione del mondiale azzurro: Francesco Totti. C'è chi
dice che "er pupone" non abbia totalmente demeritato. La mia opinione è
la seguente: se consideriamo Totti, come la gran parte della stampa e
dei calciofili hanno fatto negli scorsi mesi, la stella di questa
nazionale, il miglior giocatore italiano, il simbolo del nostro calcio,
Totti non solo ha deluso, ma ha fallito completamente. I campioni di
caratura internazionale ed eterna hanno sempre rispettato le attese
della gente nelle grandi occasioni come i mondiali, hanno sempre preso
sulle spalle la squadra e spesso da soli l'hanno condotta in fondo:
penso a Pelè, Crujif, Mueller, Maradona, Matthaeus, Zidane, Baggio.
Totti no, come Vialli dodici anni fa. Se invece consideriamo Totti un
gran bel giocatore, superiore alla media dei suoi colleghi di ruolo,
ottimo nel dirigere e dettare i tempi e i movimenti della squadra, ma
non catalogabile nel gotha del calcio, allora sono d'accordo con chi
sostiene che Totti ha fatto la sua parte, con qualche bel lancio e un
palo. Qualunque fra le due tesi si decida di adottare, è mancata
comunque la consacrazione del giocatore. E quel cartellino rosso come
lo stadio e ingiusto come tutti i torti subiti dagli azzurri, è stato
il simbolo della delusione.
Anche Del Piero, pur avendo avuto meno occasioni di Totti, non ha
lasciato un segno profondo in questo mondiale a parte quell'esultanza
commovente dedicata al padre Gino. Faccio fatica a convincermi che Alex
possa tornare il gioiello di un tempo, il campionissimo che fa la
differenza con giocate impossibili. Del Piero è forse emerso
leggermente dal buio degli ultimi due anni ma non credo sarà più quello
della prima di Juve di Lippi.
E' stato irritante anche Paolo Maldini, titolare per onor di nome e per
onor di qualche protezione indecifrabile per me così lontano dai
retroscena del calcio. Posso solamente constatare che un altro
giocatore che almeno quanto Maldini ha dato alla maglia azzurra e che,
a differenza di Maldini, ha disputato una stagione stratosferica ha
trascorso l'estate a cacciare nella pampa argentina.
Ma credo che tutte queste singole carenze sarebbero potute essere
mascherate da un Montella in più, da un po' di coraggio in più, da
qualche Gattuso in meno. E l'acqua santa sta bene in Chiesa.
Il fatto che mi sia concentrato così poco sui clamorosi errori
arbitrali, veri e propri crimini sportivi, non significa che io non
ritenga anch'essi determinanti per l'eliminazione dell' Italia. Ma ne
parlano tutti, su tutte le testate, su tutte le reti televisive e
radiofoniche. Rischiano di diventare un'alibi troppo grande, un muro
dietro cui troppo facilmente un grande colpevole di sport come Giovanni
Trapattoni potrebbe nascondersi. E non sarebbe giusto. Per la
credibilità del calcio, ad esempio. O per Robi Baggio. O per Enzo
Montella.
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