2/6/2002

diario mondiale

di Francesco Bianco

Alzarsi di domenica, alle 7 di mattina, è assolutamente faticoso. Lo prevedevo e così è stato. Ma Argentina - Nigeria era un appuntamento che non si poteva saltare. E' stata subito una sferzata: ritmo alto e belle giocate da entrambe le parti, con Veron, Ortega e Okocha a farla da padroni. L' Argentina, lo si è intuito subito, aveva anche due armi insospettate alla vigilia: Sorin, capace di spingere sulla fascia e di rendersi costantemente pericoloso, e il ritrovato Batistuta, che ha calciato 7 volte verso la porta e ha regalato ai suoi il gol della vittoria. Ad essere sincero mi aspettavo che Bielsa schierasse Crespo, più giovane e fresco dell' esperto e navigato centravanti romanista. A conti fatti, il tecnico argentino ha avuto ragione: Batistuta è stato costantemente nel vivo del gioco, sempre presente nelle azioni da gol, reattivo e dinamico, tempestivo negli interventi di testa, formidabile sui calci di punizione (con la complicità dei palloni superleggeri...). Non sappiamo se Crespo avrebbe fatto meglio: certo è che potersi valere di due centravanti di tale spessore è un privilegio di pochi.
E' il secondo mondiale consecutivo che comincia male per Lopez. L' attaccante laziale è stato sostituito nel secondo tempo da Kily Gonzalez, che a me piace di più. Quattro anni fa era stato l' anziano Balbo a farsi preferire all' allora punta del Valencia. Vedremo in seguito, con tanta concorrenza. Non dimentichiamoci Ortega, che oggi ha giocato senza infamia né lode. Quattro anni fa, abboccando a una facile provocazione di Van Der Sar, si fece espellere e lasciò la sua nazionale in 10; gli argentini vennero puniti da Bergkamp allo scadere e si qualificarono per la semifinale mondiale. A me Ortega era piaciuto a USA '94, quando era subentrato a Maradona (squalificato per doping). E' un dribblomane umorale e pericoloso, ma di indiscutibile finezza tecnica. Se avesse anche testa, sarebbe veramente degno di aver ereditato quella gloriosa maglia numero 10.
Con la vittoria di oggi, l' Argentina compie un passo fondamentale verso la qualificazione nel girone di ferro. L' Inghilterra non ha saputo approfittare della Svezia, sulla carta assolutamente inferiore. Larsson, Ljunberg e compagni hanno semplicemente approfittato del vistoso calo britannico nella ripresa. Dopo un primo tempo giocato a gran ritmo e terminato in vantaggio, Beckam e i suoi hanno ceduto il posto a sbiadite controfigure di se stessi, calciatori iprecisi e insicuri, lenti e privi di incisività. Colpisce (in negativo) soprattutto l' opaca prova di Michael Owen, pallone d' oro e rivelazione della scorsa rassegna mondiale.
Con l' Argentina vola anche la Spagna, ma senza entusiasmare. La Slovenia non è dispiaciuta, ma ha ceduto un tempo abbondante agli avversari, reagendo in maniera significativa solo dopo l' uscita della sua stella, Zahovic. Alla Spagna, in cui ha deluso Diego Tristan, sono valse soprattutto le giocate di quel grande campione che è Raul. Il gol del vantaggio (soprattutto la finta di tiro) è di alta scuola.
Male Tristan, male Zahovic, bene Morientes e Acimovic, i sostituti. Bene anche Cimirotic, entrato nel secondo tempo ed autore di qualche bella conclusione nonché del gol della speranza slovena. Mi chiedo se gli allenatori siano bravi a scegliere le carte giuste giocare durante il match oppure siano incapaci di selezionare in anticipo la migliore formazione.
Qualche contromossa adeguata, forse, avrebbe salvato il Paraguay dalla rimonta del Sud Africa. I sudamericani di Maldini, sotto gli occhi del paffuto e sempre meno sorridente Chilavert, sono stati raggiunti al 91° minuto da un rigore di Fortune, assegnato per un fallo inesistente. Più che grandi meriti, il Sud Africa ha avuto la fortuna di dimezzare lo svantaggio con una sfortunata autorete paraguayana. Il resto è stato uno sterile assedio fino all' asegnazione dello sciagurato penalty.
E dire che il Paraguay aveva giocato un grande primo tempo. I calci piazzati di Arce e i colpi di testa di Santa Cruz avevano tenuto in grande apprensione gli avversari, incapaci di reagire con efficacia. Nella ripresa, dopo il gol su punizione dello specialista Arce, gli uomini di Maldini sono visibilemente calati. Cattiva preparazione atletica? Il dato è comunque, allarmante, al di là del risultato di oggi.
Durante l' intervallo di Argentina - Nigeria, i sostenitori sudamericani (quelli veri, non la clac locale) hanno esposto il seguente striscione: - PELÈ È IL RE, MARADONA IL DIO.
Bello e nostalgico: il ricordo indelebile di quella maglia numero 10 che oggi indossa Ariel Ortega.

Argentina - Nigeria 1 - 0 [Batistuta]
Paraguay - Sud Africa 2 - 2 [Santa Cruz, Arce, Mokoena, Fortune]
Inghilterra - Svezia 1 - 1 [Campbell, Alexandersson]
Spagna - Slovenia [Raul, Valeron, Cimirotic, Hierro]


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