di
Francesco Bianco
Siamo arrivati al debutto. L' Italia è scesa in campo a Sapporo, nello stadio più avveniristico del pianeta, e ha rispettato il pronostico battendo l' Ecuador. Nulla di strando neppure nel modo in cui gli azzurri si sono imposti sui sudamericani: ottimo avvio, gol e raddoppio nel giro di mezz' ora, per poi addormentare l' incontro e portarsi in tutta tranquillità al novantesimo. L' Ecuador è poca cosa: il tanto temuto terzino De La Cruz non è neppure l' ombra dei nostri difensori, che si sono comportati benissimo. Panucci ha spinto molto sulla destra, emulando in certe giocate Cafu (suo compagno nella Roma). L' Italia ha spinto soprattutto a destra, con l' ispiratissimo Zambrotta (il migliore in campo) e con qualche lampo del miglior Totti (l' assist a Vieri per il primo gol). Vieri è un ariete implacabile, ma questo lo sapevamo. Non esaltiamoci, avvisano i più accorti. Non ci esalteremo. Il nostro spessore andrà misurato contro avversari ben più consistenti. Per ora va bene così: vincere senza sciupare energie; nella partita di oggi possiamo lamentarci solo del cartellino giallo (evitabile) a Cannavaro.
Ci si lamentava di un' Italia troppo guardinga, alla vigilia. Vieri e Totti sembravano l' emblema di paure inspiegabili; i meno "italianisti" del paese invitavano il Trap alla generosità, a regalare minuti di gioco anche agli altri attaccanti: Del Piero (impiegato poi solo nel finale), Montella, Inzaghi. Guardate il Brasile, si diceva, che agli attaccanti e ai giocatori di talento non rinuncia mai e che i risultati li ottiene sempre, sul campo. Ha vinto anche il Brasile, effettivamente, ma lo ha fatto in modo poco pulito, poco "brasiliano". I tre punti sono arrivati solo nel finale, assieme a un calcio di rigore regalato dall' arbitro. La Turchia ha tenuto il campo benissimo, reggendo per buona parte dell' incontro la vena offensiva degli avversari; erano addirittura passati in vantaggio, i turchi, con l' ispirato e funambolico Hasan Sas. Che il Brasile potesse incontrare difficoltà lo avevo immaginato: la Turchia è una formazione coriacea, esperta, ben schierata in campo; ha calciatori di valore ed esperienza internazionale: Hakan Sukur, Bashturk, Hasan Sas, solo per citarne alcuni. Molti di loro, negli ultimi anni, hanno trovato fortuna nei più prestigiosi campionati: Bashturk (Bayer Leverkusen) è stato protagonista nell' ultimam finale di Champions League, Umit gioca nel Milan, Emre nell' Inter; Hakan Sukur, leader e centravanti, ha prima vinto una Coppa Uefa con il Galatasaray di Terim; poi si è trasferito all' Inter, tentando una seconda avventura italiana (alcuni anni prima aveva provato col Torino, senza successo) e successivamente al Parma. Anche l' Italia, durante gli scorsi Europei, ha dovuto faticare per battere i turchi.
Il Brasile ha schierato la solita formazione offensiva, con Ronaldo e Ronaldinho in attacco, sostenuti da Rivaldo e Juninho; senza contare l' apporto offensivo di Cafu e Roberto Carlos e gli inserimenti di Lucio. Sarebbe come se l' Italia giocasse con Vieri e Montella (o Inzaghi), sorretti da Totti e Del Piero, con Doni e Zambrotta sulle fasce: semplicemente impossibile. Noi e il Brasile giochiamo un altro tipo di calcio, inutile fare paragoni.
Il Brasile piace, ma come ha vinto oggi no. Piace ancora di meno vedere Hakan Unsal che scaglia una pallonata sul fianco di Rivaldo a gioco fermo. Ma ci fa addirittura schifo vedere Rivaldo, pallone d' oro nel '99, crollare a terra con le mani sul volto, per perdere tempo e sollecitare tacitamente l' espulsione dell' avversario. Non è da Brasile, non è da chi il calcio lo ha reso un arte. Non è da squadra 4 volte campione del mondo.
Blanco: me lo ricordavo dai tempi di Francia '98, quando mi aveva deliziato con alcuni colpi insoliti ed efficaci; lo ritrovo ora a guidare il Messico verso la vittoria sulla Croazia. O meglio: quel che ne resta; poco o nulla, sembrerebbe, della squadra rivelazione di quattro anni fa. Boksic, Suker e Prosinecki sono invecchiati e si vede: poche idee, poco movimento, poca brillantezza. La Croazia vista oggi è una squadra incolore. Il Messico, pur senza esaltare, ha un impianto più solido. Ha buoni giocatori, una difesa e un centrocampo bene organizzati, un leader (Blanco) buffo e strano ma anche efficace. Sarà un avversario difficile, per l' Italia: il più forte del girone.
Mi ero stupito, nelle scorse giornate, che i direttori di gara non avessero ancora estratto cartellini gialli; quasi che questo fosse, oltre a quello della globalizzazione, anche il Mondiale della bontà. Mi sono dovuto ricredere oggi, dopo le prime tre espulsioni (una ai danni della Croazia, due contro i turchi). Gli stadi nippocoreani continuano a riempirsi, più che di tifosi "veri", di autoctoni più o meno simpatizzanti: di certo ben travestiti ed ammaestrati, poiché il colpo d' occhio non manca quasi mai e ad ogni gol si sente un boato. Sarà merito di
cameraman e microfonisti?
Croazia - Messico 0 - 1 [Blanco]
Brasile - Turchia 2 - 1 [Hasan Sas, Ronaldo, Rivaldo]
Italia - Ecuador 2 - 0 [Vieri, Vieri]
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