di
Francesco Bianco
Alla fine la spuntò l' Inghilterra. Più concreta, più incisiva, è stata portata alla vittoria dai due giocatori più rappresentativi: Owen (pallone d' oro 2001) e Beckam, il capitano. Il piccolo fuoriclasse del Liverpool è stata l' autentica spina nel fianco dei sudamericani; non capita spesso di vedere Samuel in affanno; ma i dubbi maggiori li avevo su Pochettino, a ragione: è lui che ha commesso il fallo da rigore e gli errori più gravi. Sostenevo, prima dell' incontro, che una vecchia volpe come Chamot avrebbe potuto offrire maggiori garanzie; tanto più che con gente come Owen (lo stesso discorso potrebbe valere per Ronaldo) bisogna giocare d' astuzia e d' anticipo; se gli lasci un metro, è finita. Durante l' ultimo Roma - Liverpool, giocato all' Olimpico alla fine del 2001, Capello ha affidato il ragazzino impertinente alle cure di Aldair; piedi esperti, felpati e tempestivi, su gambe non certo reattive come quelle dell' avversario. Risultato: Owen annullato. Ma era anche un altro Owen.
Quello di oggi sembrava inarrestabile, a tratti. I pericoli maggiori, l' Argentina li ha subiti lungo l' asse che univa il numero 10 a Paul Scholes, lavoratore di qualità del centrocampo inglese. Uno che sa fare tanto lavoro oscuro e riuscire pure a farsi vedere in fase conclusiva, con tiri di rara precisione e notevole potenza. Lo ha dimostrato anche oggi.
Beckam non ha fatto moltissimo, ma ha dimostrato di sapersi sacrificare per la squadre, affiancandosi alla difesa per tutto il secondo tempo, quello dello sterile assedio degli argentini. E poi ha segnato lui il calcio di rigore, il penalty che vale oro e che capovolge la classifica del girone. L' Argentina, ora, ha paura.
Nella squadra favorita molto non ha funzionato: la stella di Veron era poco brillante (mi sembra tuttavia poco opportuno sostituirlo alla fine del primo tempo; avrei tolto Ortega, piuttosto); Batistuta si è dannato l' anima, ma il suo unico tiro è finito alle stelle; Crespo, subentratogli, ha deliziato solo con qualche tacco e altre sterili finezze d' accademia; troppo poco in avanti, se si considera che in tutto il secondo tempo il più pericoloso è stato Pochettino.
Mi pongo una domanda: contro una squadra che ha trovato il vantaggio e che lo difende arroccata dietro con tutti i suoi effettivi, affidandosi al contropiede, è opportuno togliere dal campo i calciatori più abili sui calci piazzati? Veron e Batistuta, complice la tanto criticata Fevernova, sarebbero potuti tornare utili fino al novantesimo. Semmai al centravanti di Reconquista si poteva affiancare Crespo, rinunciando agli ineffabili Gonzalez e Lopez. O al dribblomane Ortega, inadeguato in una gara del genere.
A inasprire il cammino dell' Argentina ci pensa la Svezia: la doppietta di Henrik Larsson affonda la Nigeria e conferma la solidità di un gruppo compatto e livellato, senza grandi punti deboli né stelle. Potrebbe esserelo Ljundberg, se riuscisse a ripetersi come nell' Arsenal. A suo modo, l' elemento più prezioso per gli scandinavi sembra essere proprio Larsson. Completamente rasato, dell' estroso centravanti rasta di USA '94 non sembra neppure parente. Eppure è cresciuto, lo svedese, è giunto a piena maturazione e si muove con grande saggezza sul vertice d' attacco dei suoi.
Ci lascia la Nigeria, che un tempo definivo "Brasile d' Africa"; erano gli anni di Oliseh, Finidi, Babangida, la fantastica rosa che si presentò in Francia col titolo di campione olimpico e qualche seria credenziale per la vittoria finale. Estrosi e pazzi come il Brasile vero, avevano eliminato la Spagna e perso seccamente con la Danimarca, agli ottavi di finale. Oggi è un' altra cosa. Un' altra Nigeria, più insipida come il verde delle sue magliette, visibilmente schiarito. Della vecchia guardia restano in pochi, l' acciaccato Kanu e l' Ortega africano, Okocha. La sconfitta di oggi è stata anche sfortunata, dopo il vantaggio nel primo tempo e due pali colpiti durante la partita. Cose che capitano.
La Spagna non mi convince (il che, per loro, è un buon segno). Vince ancora 3 - 1, ma soffre fino al suo secondo gol (più demerito dell' uscita scellerata di Chilavert che vero merito di Morientes); si può comprendere come sia difficile affrontare una formazione che passa subito in vantaggio grazie a un autogol; reagire è ancor più difficile se il CT degli avversari è Cesare Maldini; stupisce, semmai, la scelta di Camacho di schierare Tristan, fuori condizione, avendo a disposizione un Morientes in forma mondiale; lo si era intuito contro la Slovenia, se ne è avuta conferma oggi.
Attenti, dunque, alla Spagna: non giocherà il calcio stellare che si richiederebbe a Raul e compagni; macina tuttavia punti su puntie può considerarsi agli ottavi. Considerando la situazione di altre "grandi" (Francia in primis), c' è di che essere soddisfatti.
L' ultima considerazione è ancora per il big match Argentina - Inghilterra: nel Sapporo Dome (alla sua ultima apparizione mondiale) si è consumata la vendetta (sportiva) di David Beckam; capitano, uomo simbolo e chiave del centrocampo inglese. Era stato infelice protagonista, quattro anni fa, proprio dello scontro con gli argentini; abboccando a una banale provocazione di Simeone, reagì e venne espulso, lasciando i suoi in dieci per più di metà partita. L' Inghilterra, non ostante un Owen in forma strepitosa (anche Beckam era niente male!), fu eliminata ai calci di rigore.
Stavolta David ha stretto i denti; reduce da un infortunio, non ha voluto rinunciare ai mondiali né alla rivincita sul campo; si è sacrificato, ha corso, ha lavorato per la squadra, senza qualità eccelsa ma con una generosità da gregario. Si è trovato sul piede il rigore della vittoria e lo ha calciato: ha colpito forte di leggero esterno, una rasoiata che il portiere ha solo sfiorato col piede. Ha tirato male, diciamolo pure; però ha fatto gol, ha mandato i suoi in Paradiso e si è liberato dal disonore del Mundial precedente. Una vendetta sportiva. L' Argentina, ora, deve tremare.
Svezia
- Nigeria 2 - 1 [Aghahova, Larsson, Larsson]
Spagna - Paraguay 3 - 1 [Puyol aut., Morientes, Morientes,
Hierro]
Argentina - Inghilterra 0 - 1 [Beckam]
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