di
Francesco Bianco
Che giornata faticosa! Oggi, domenica, è stato difficile alzarsi per vedere Messico - Ecuador. Ci si aspettava, da parte dei messicani, una gara assi più gagliarda e positiva di quella vista; la sconfitta dell' Italia avrebbe dovuto rafforzare la sicurezza e l' entusiasmo del Messico, vicino non solo alla qualificazione, ma anche al primo posto nel girone. Gli basterebbe un pareggio nell' ultima gara con gli azzurri.
Invece l' Ecuador è andato subito in vantaggio: il temuto De la Cruz ha inventato un bel cross per la testa di Delgado e il cammino di Blanco e compagni si è inasprito. Alla fine gli uomini di Aguirre hanno prevalso, ma senza mostrare alcuna superiorità nei confronti dei meno quotati avversari; nella ripresa un palo e un tiro fuori di pochi centimetri hanno avvicinato l' Ecuador all' impresa e riportato a Sendai un po' del buon umore svanito ieri. Eppure, qualche motivo di soddifazione c' è:
1) Vincendo solo per uno a zero, il Messico ha un +2 come differenza reti; all' Italia (+1) basterebbe vincere la prossima partita con qualsiasi punteggio per raggiungere la formazione di Aguirre e superarla in classifica in virtù dei gol fatti (ora siamo 3 - 3; vincendo, avremmo segnato almeno un gol più dei messicani);
2) I nostri avversari non sono insuperabili; non sono neppure deboli, ma un' Italia degna del proprio nome e del proprio potenziale (soprattutto quello offensivo) non dovrebbe avere difficoltà a vincere. Se non vi saranno imprevisti, naturalmente.
La Turchia perde una irripetibile occasione per guadagnarsi una buona fetta di qualificazione; il Costa Rica (o la Costa Rica) non era avversario irresistibile, ma capace di mettere alle corde una squadra nervosa e senza idee; fino al gol di Emre (talentuoso e
giovane fantasista dell' Inter) i turchi non erano quasi mai stati pericolosi; Hakan Sukur è un pezzo di stori, più adatto al museo del calcio turco che non ai mondiali; Basturk e Hasan Sas non hanno reso secondo il loro potenziale. Le buone doti di palleggio di costaricani, unitamente alla vena di Wanchope hanno invece scaldato a dovere il portiere Rustu. Alla fine, quasi allo scadere, è arrivato il temuto pareggio, che rilancia il Costa Rica (al quale basterebbe un pareggio contro il Brasile, già qualificato e primo nel girone) e che condanna la Turchia a sperare, più che in se stessa, nelle intenzioni dei brasiliani.
Che vadano fuori i turchi, francamente, non mi pare una gran perdita. Le loro intemperanze hanno stufato quanti amano il calcio vero, l' agonismo entro i limiti della sportività. Anche oggi Emre, cedendo al nervosismo di fine gara, ha spintonato un membro dello staff avversario e rischiato di innescare una inutile rissa. Hakan Unsal si era già prodotto nella ormai celebre pallonata a Rivaldo; per non ricordare la vergognosa scazzottata seguente a Roma - Galatasaray, nell' ultima edizione di Champions League. Sempre loro, i protagonisti: i turchi. Occorrerebbe che tecnici e dirigenti riflettessero su questo temperamento, comune a troppi protagonisti del loro calcio.
Non dico nulla di nuovo osservando che le squadre di casa sono favorite nel Mundial: non foss' altro per il calore del pubblico. Ciò è tanto più vero in Asia, terra lontana dai luoghi di residenza del pubblico delle nazionali più accreditate: quelle sudamericane ed Europee. Giappone e Corea, perciò, possono sognare in grande. Non sarà un caso, probabilmente, che entrambe le nazionali ospitanti abbiano ottenuto in questi giorni i loro primi successi mondiali: oggi è toccato al Giappone.
Cominciamo col dire che si è trattato di un successo meritato: al di là di un gol clamorosamente fallito da Beschastnykh, i russi non hanno saputo rispondere adeguatamente al vantaggio nipponico. Col gol di Inamoto crolla anche l' ultimo baluardo: la porta di Nigmatullin (secondo portiere del Verona), unica che era rimasta inviolata fino a stamattina. La vìola proprio Inamoto, orsetto orientale che non si ferma mai; è probabile che nel prossimo campionato, con l' Arsenal (sua attuale squadra) o con chicchessia, il centrocampista giapponese troverà più spazio.
Finalmente si rivede anche Nakata, reduce da un cattivo esordio contro il Belgio. I suoi lanci hanno trovato oggi la giusta misura; anche il tiro (una traversa colpita nel secondo tempo) sembra essere tornato quello dei giorni migliori. Sarà un grande sollievo, per Troussier, poter contare sul vero apporto di uno dei suoi calciatori più rappresentativi.
Si parla già molto, con opinioni diverse, della sfida di giovedì prossimo: gli avversari, lo sceriffo Aguirre e la faccia l' azteco Blanco. Stasera ho scoperto che l' Italia, due volte avversaria del Messico, lo ha battuto in una sola occasione.
Avvenne nel '70, proprio nel primo mondiale messicano. Segnammo 4 reti (doppietta di Gigi Riva) e (proprio dopo aver subìto l' annullamento di due reti regolari nell' incontro precedente, contro Israele) ci avviammo verso una storica finale. L' ultima sfida risale ai mondiali del 1994: pareggiammo 1 - 1 (segnò Massaro) e arrivammo terzi, venendo ripescati per gli ottavi di finale. Questa volta non c' è alcun ripescaggio: servirà qualcosa di più.
Messico - Ecuador 2 - 1
[Delgado, Borgetti, Torrado]
Turchia - Costa Rica 1 - 1 [Emre, Parks]
Giappone - Russia 1 - 0 [Inamoto]
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