10/6/2002 |
diario
mondiale |
di
Francesco Bianco
A meno di clamorosi
risultati nell’ ultima giornata, gli Stati Uniti si
qualificheranno agli ottavi di finale. I ragazzi allenati
da Bruce Arena sono non solo bravi a difendersi (a volte
si chiudono un po’ troppo), ma anche abili
contropiedisti: lo avevano mostrato all’ esordio e lo
ribadiscono oggi, contro la Corea del Sud. Era un test
impegnativo, contro i padroni di casa e contro gli
interpreti di un calcio veloce, giocato su un ritmo
forsennato cui non è facile opporsi; vedremo, nella terza
partita, se lo sarà per il Portogallo. Gli USA possono
anche contare sull’ affidabilità di un portiere,
Friedel, che conferma una consolidata tradizione: su
quattro 5 rigori concessi ai mondiali contro gli States,
solo uno è stato trasformato. Accadde nel 1990, al
cecoslovacco Bilek (il quale nella stessa partita ne
sbagliò un altro). Anche l’ Italia, in quell’
edizione, si trovò a 11 metri dalla porta americana
(allora difesa da Tony Meola): calciò Vialli, ma il sogno
di segnare un gol mondiale si infranse contro la base del
palo.
Tradizioni a parte, Friedel è bravo davvero; sicuro nelle
prese aeree, affidabile tra i pali, è stato il primo,
appunto, a parare un rigore in questi mondiali di calcio.
Dopo il pareggio tra
Corea e Stati Uniti è stata la volta del Portogallo.
Un’ altro eventuale passo falso avrebbe definitivamente
pregiudicato il cammino dei rossoverdi. Di fornte,
tuttavia, c’ era la Polonia: una delle peggiori
formazioni viste in campo in questa rassegna; priva di
gioco, velocità, idee, organizzazione, non ha fatto altro
che subire passivamente le azioni veloci di Joao Pinto e
Pauleta.
Pauleta lo avevo criticato molto all’ esordio; mi era
apparso un centravanti inconsistente e impresciso, meno
efficace di quanto non fosse stato Nuno Gomes durante gli
scorsi Europei. Attenzione, ora, a rivalutarlo
eccessivamente: l’ impressione che ha destato deve
essere accuratemente messa in relazione con la pochezza
degli avversari. Significativa è stata la facilità con
cui l’ attaccante si è liberato di Hajto e ha calciato
in porta l’ 1 – 0.
Uno dei problemi dei Portogallo, contro gli USA, era la
sovrapposizione di ruolo fra Rui Costa e Figo (errore
dell’ allenatore, evidentemente: il problema non era mai
esistito prima, in tanti anni di serena convivenza);
problema risolto, rozzamente, con l’ esclusione del
fantasista del Milan. Il quale, schierato nel secondo
tempo, ha potuto riscattarsi giocando un buon finale e
segnando un gol. Figo non mi è sembrato al meglio: non ha
mai saltato l’ uomo e, al di là di un palo, non si è
mai avvicinato alla porta avversaria. I due campioni del
centrocampo portoghese restano però indispensabili.
E’ difficile, quando la sua squadra (la Polonia) gioca
così male, accusare il portiere; eppure, il Dudek del
Liverpool non si è ancora visto. Non si chiedeva che
rappezzasse tutte le smagliature della propria
retroguardia, ma qualcuna sì; invece ci ha messo
addirittura del suo, per esempio sul secondo gol dei
coreani, all’ esordio.
Belgio - Tunisia è
stata una noia mortale. Una di quelle partite di cui si
vorrebbe che l’ arbitro fischiasse prima della fine dei
90 minuti regolamentari. Si sono viste due belle reti: una
ottimamente costruita, quella del Belgio; l’ altra,
quella del pareggio tunisino, spettacolare nell’
esecuzione (calcio di punizione all’ incrocio dei pali).
Per il resto, il capitano belga Wilmots (autore del gol)
è stato abbastanza fuori dal gioco; nessuno, attorno a
lui (né i compagni, né gli avversari), ha brillato.
Domani
la Francia si giocherà tutto: il prossimo futuro e la
dignità. Occorrerà, se non un miracolo, una prestazione
maiuscola e soprattutto arricchita dei gol, assenti fino
ad ora. Ne occorreranno meno due, se gli attaccanti danesi
resteranno a secco.
indice
della rubrica | prima
pagina
|