12/6/2002

diario mondiale

di Francesco Bianco

Dopo la Francia, esce anche l’ Argentina. La seconda grande favorita per la vittoria finale abbandona i campionati del mondo al prio turno; lo fa con tanta amarezza in bocca, forse ancor più dei francesi: a differenza loro, gli argentini avevano tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo al loro obbiettivo. Veron, alla vigilia, aveva dichiarato che anche il secondo posto sarebbe stato da considerare un fallimento. Si tratta, ovviamente, di un’ esagerazione. Certamente, tuttavia, l’ Argentina era da considerarsi la più probabile vincitrice di questa Coppa del mondo FIFA.
Il rammarico è grande e aumenta mano a mano che sfogliamo la rosa a disposizione di Bielsa: Zanetti, Chamot, Samuel, Almeyda, Ortega, Veron, Aimar, Crespo, Batistuta, Gonzalez. Mettiamoci anche Lopez, che non mi ha mai convinto ma che invece a molti piace (o piaceva). Campioni in tutti i reparti, giocatori esperti (Simeone, Batistuta, Chamot), nel pieno della maturità calcistica (Crespo, Veron), ma anche giovani già in grado di guidare la squadra verso grandi traguardi (Samuel, Sorin). Una simile scelta, con alternative per ogni ruolo (Veron/Aimar, Crespo/Batistuta, Lopez/Gonzalez), non l’ ha neppure il Brasile.
Di tanta manna ci si è cibati poco e male. Si è dato troppo spazio a Ortega, giocatore fine ma spesso evanescente, si è stati troppo severi con Veron (il quale, contro l’ Inghilterra, ha comunque giocato male). E si può mai rinunciare, specie nell’ ultima e decisiva partita (o dentro o fuori) a un duo d’ attacco Crespo-Batistuta? Sì, secondo Bielsa, per non alterare l’ equilibrio tattico della squadra: una punta centrale (Batistuta o Crespo), due esterne (Lopez o Gonzalez e Ortega).
L’ Argentina ha attaccato, ma con scarso costrutto: Batistuta non si è mai fatto vedere e i pericoli per la Svezia sono arrivati tutti dall’ asse Zanetti – Sorin. Gli inserimenti del centrocampista acquistato dalla Lazio sono stati la vera arma in più; insufficiente, tuttavia, a scardinare un meccanismo ben sincronizzato come la retroguardia scandinava.
La Svezia ha agito di rimessa: pochi contropiedi, sempre troppo lenti per recari veri pericoli, ma condotti con sufficiente astuzia da procurare calci di punizione. Su uno di questi è arrivato il vantaggio, grazie a Svensson.

Con la Svezia, prima nel girone di ferro, passa l’ Inghilterra. Eriksson deve molto della sua qualificazione all’ imperfetto ma efficace rigore di Beckam, la sua personale vendetta contro l’ Argentina. Lo 0 – 0 contro la Nigeria (il secondo dei mondiali) non è che un riposante traghettamento alla seconda fase. Gli inglesi affronteranno la Danimarca, avversario che può ricordare l’ altra formazione scandinava già affrontata: la Svezia. Sarà una gara da interpretare con maggiore attenzione, con vigore offensivo più costantemente distribuito lungo l’ intera durata della partita.

Rischia di essere il mondiale delle grandi, precoci eliminazioni. Acquistano sempre più valore, in questa situazione, le facili qualificazioni di Spagna e Brasile e quella, più sofferta, della Germania. L’ Italia, che giocherà domani, potrà confermare o meno la tendenza delle grandi sorprese. Ci auguriamo, ovviamente, di no.

In un tabellone che vede uscire due tra le favorite e rischiare l’ eliminazione una terza (l’ Italia), la Spagna potrebbe coltivare storiche ambizioni. Una delle più grandi scuole calcistiche a non aver mai vinto il mondiale avrebbe l’ irripetibile occasione di gareggiare col vento in poppa e molti temibili avversari già ko. Gli spagnoli non hanno mai ottenuto risultati di spicco: solo una semifinale, nel lontano 1950. In Francia uscirono al primo turno, puniti dall’ inadeguatezza di Zubizarreta (veterano spagnolo ai mondiali: 16 presenze, fra il 1986 e il 1998) e da una grandissima Nigeria.
Oggi gli spagnoli hanno confermato, pur con una formazione molto diversa dalla solita, pregi e difetti: ottima capacità costruttiva e realizzativa (altri tre gol), ma anche preoccupanti amnesie difensive. L’ incontro col Sudafrica, alla fine, è stato divertente. Gli africani, con l’ orecchio rivolto a quanto accadeva al Paraguay, hanno espresso un calcio bello e ingenuo. Pagano molto, a conti fatti, l’ incredibile errore del portiere che ha consentito a Raul di segnare l’ 1 – 0.

La vera impresa è quella di Cesare Maldini e dei paraguagi. Sotto di un uomo e di un gol, alla fine del primo tempo, sono riusciti nell’ impresa di recuperare e battere la Slovenia con due gol di scarto. Il merito va equamente ripartito fra l’ innesto di Cuegas (devastante sulla destra) e il portiere sloveno (incerto anche sul gol di Campos), che ha letteralmente regalato il pareggio ai sudamericani. In compenso ha deviato sulla traversa un accettabile calcio di punizione di Chilavert, che non è ancora riuscito a coronare il proprio sogno: fare un gol, da portiere, ai mondiali. Auguri.

Argentina – Svezia 1 –1 [Svensson, Crespo]

Inghilterra – Nigeria 0 – 0

Spagna – Sudafrica 3 –2 [Raul, Mc Carthy, Mendieta, Radebe, Raul]

Paraguay – Slovenia 3 – 1 [Acimovic, Cuevas, Campos, Cuevas]


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