17/6/2002

diario mondiale

di Francesco Bianco

Per gli USA il mondiale non è ancora finito: ora sono ai quarti di finale. Non si tratta di un primato assoluto, perché nel lontano 1930, agli albori della manifestazione, gli statunitensi avevano già disputato una semifinale. E' indubbio, tuttavia, che questo nuovo traguardo abbia un significato maggiore, ottenuto com' è in una manifestazione che vanta ben 72 anni di storia e alla quale, ora (cosa che non avveniva nella ben più ridotta edizione del 30), partecipano veramente le migliori selezioni del mondo. Così Bruce Arena, italoamericano che somiglia vagamente a Daniele Zoratto (indimenticato centrocampista del Parma), porta i suoi USA dove non era riuscito Milutinovic, CT americano di otto anni fa. Lo zingaro del calcio si era fermato agli ottavi di finale, perdendo più che onorevolmente contro il grande Brasile di Romario e Bebeto (autore del gol partita, nella ripresa). Erano gli USA di Lalas e Balboa, folkloristica ma efficace coppia di difensori centrali.
Gli Stati Uniti di oggi sono fra le piacevoli sorprese del torneo, esuberanti e incisivi, improvvisi e veloci. Hanno eliminato il Messico, più tecnico ma decisamente meno dinamico degli avversari. Mi dispiace un po' che lo sceriffo Aguirre e i suoi bravi ragazzi lascino il mondiale: il pareggio contro l' Italia, gol negati a parte, se lo erano guadagnato tutto. E poi mi è piaciuto il loro modo blando e al contempo spavaldo di stare in campo, l' indisponenza e l' ostentazione di quella melina finale, 5 minuti in cui l' Italia non ha toccato il pallone (e neppure lo ha voluto toccare).
Il "mio" Blanco, oggi, non ha brillato. La sua faccia da azteco è rimasta sempre imbronciata, mai rischiarata dalla gioia per un gol. E rabbuiato era pure il volto di Luis Hernandez, vecchio goleador messicano (me lo ricordo in Francia); e Marquez, che è stato espulso. E tutti gli altri.
E' difficile giudicare "questo" Brasile, fortissimo coi debolissimi, molto meno coi meno deboli. Delle quattro vittorie consecutive, gli unici due successi senza ombre sono stati quelli contro Costa Rica e Cina. La Turchia, invece, aveva messo in crisi i danzatori brasiliani con la sua concretezza, capace di materializzarsi in un gelido gol di Hasan Sas. Niente da dire sul pareggio di Ronaldo; più che qualcosa, invece, sulla concessione del rigore che ha dato il vantaggio ai carioca.
Anche oggi potremmo chiederci cosa sarebbe accaduto se il gol di Wilmotz fosse stato convalidato dall' arbitro. Era un gol regolare, a mio parere: una doccia fredda che avrebbe smosso i campioni da quel gioco fatto di lunghi ed eleganti fraseggi orizzontali oppure un colpo mortale? Certo è che il Belgio non ha demeritato affatto. Sul gol di Rivaldo pesa l' intervento del difensore che ha spiazzato il portiere; il raddoppio, molto bello, è stato un contropiede di Kleberson finalizzato da Ronaldo. Il quale tiene molto alla classifica marcatori: ha protestato che erano suoi entrambi i gol contro il Costa Rica (il primo era stato in primis considerato un' autorete di Marin) e la Fifa lo ha subito risarcito. Ora, senza giusta ragione, è capocannoniere assieme a Klose.
Resti fra parentesi, questa tendenza a trasformare tutte le autoreti in gol degli attaccanti non mi piace. Il colpo di testa di Ferdinand (contro la Danimarca), per esempio, non era affatto diretto in porta: decisiva, in tal senso, è stata la deviazione del portiere danese Soerensen. Stesso dicasi per la rete attribuita a Ronaldo contro il Costa Rica. Difendiamo lo status dell' autorete (specialità che ha i suoi campioni).
Tornando al Brasile, aspetto di vederlo contro avversari realmente forti. L' occasione non tarderà ad arrivare: venerdì prossimo ci sarà l' Inghilterra di Beckam. Frattanto, il Ct Scolari può cullarsi i suoi giocatori, alternando con disinvoltura Juninho e Denilson, Ronaldinho (in grande crescita) e Luisao. Oggi, sulle insidie portate dal capitano belga Wilmots (il migliore in campo), si è visto anche un grande Marcos.
Wilmots. Un uomo tozzo, un calciatore caparbio e concreto. Un capitano vero, per questo Belgio che non è irresistibile ma che, guidato dal geometra Walem, sa produrre un gioco ordinato ed efficace. Mi chiedo come mai (condizione atletica? Scelte tecniche?) non giochi il più piccolo dei fratelli M' Penza, furetto dell' attacco a Euro 2000.
Ci avviciniamo alla conlcusione degli ottavi di finale. L' ultima gara è anche quella che ci interessa di più: Corea del Sud - Italia. Sappiamo già che, comunque vada, i coreani correranno dietro al pallone fino all' ultima goccia di sudore, fino al triplice fischio dell' arbitro. Sappiamo che, comunque vada, il loro mondiale lo hanno già vinto; i loro primati già battuti. Sappiamo che avranno dalla loro il pubblico (speriamo non anche l' arbitro, dice Totti; ha ragione). Di nostro, possiamo sperare nel recupero di Nesta, nella buona prestazione di chi sostituirà Cannavaro, in un centrocampo meno sciupone rispetto alla gara coi messicani, in Totti e Vieri più brillanti. Ci consola, lo abbiamo già detto, avere valide alternative in panchina. Sarebbe auspicabile non ricorrere alle nostre armi "segrete" essendo in svantaggio. Vedremo.

Messico - USA 0 - 2 [Mc Bride, Donovan]
Brasile - Belgio 2 - 0 [Rivaldo, Ronaldo]


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