26/6/2002 |
diario
mondiale |
di
Francesco Bianco
Tutto
sembrerebbe dire Brasile. La consistenza delle rose, la situazione delle squalifiche, l' augurio e il pronostico di chi ama il bel calcio. Accodandomi, più che azzardare una convinzione, esprimo una timida speranza. Che vinca il Brasile e che questo mondiale nauseabondo si chiuda con una vincitrice degna di questo nome.
Sul piano delle individualità, il confronto tra le due formazioni vede nettamente favoriti i sudamericani; i quali, fra l' altro, recupereranno il fantasioso Ronaldinho, assente per squalifica contro la Turchia. I tedeschi, al contrario, non avranno a disposizione il perno del centrocampo, Michael Ballack (autore della rete contro la Corea). Entrambe hanno vinto di misura la propria semifinale; entrambe hanno superato una outsider assoluta. La Germania aveva di fronte una squadra più modesta ma sorretta dal pubblico di casa; per fortuna non è stata ulteriormente favorita dalle decisioni arbitrali. Questo non ridimensiona il giudizio negativo sul precedente operato dei direttori di gara, naturalmente.
La Turchia, rispetto ai coreani, è squadra che corre di meno; è terribilmente organizzata, composta di giocatori con grande esperienza internazionale; sanno tutti giocare il pallone molto bene e i centrocampisti sono bravi geometri. Il punto debole, strano a dirlo, è Hakan Sukur, uomo simbolo e punta centrale. Un errore, schierarlo contro i brasiliani.
Anche perché, Gunes lo sapeva, in panchina c' era un certo Mansitz, che aveva già risolto la partita contro il Senegal e che si era espresso decisamente meglio del suo capitano. Mi auguro che si sia trattato, anche qui, di libera scelta tecnico tattica, senza influssi esterni di dirigenti o, peggio ancora, delle aziende. Quattro anni fa un ragazzo che non era in grado di scendere in campo è stato immolato, pare, in ossequio ai dettami dello sponsor: Ronaldo, in finale, doveva giocare per forza. Lo spettacolo fu deprimente; immagino la delusione di Ronaldo e, all' opposto, la rabbia dell' escluso Edmundo, che una nuova occasione non l' avrebbe più avuta.
Spero che l' insistenza di Hakan Sukur sia un assurdo pallino di Gunes. Sarebbe grave se, giunto alla semifinale di un campionato del mondo, un commissario tecnico turco non potesse giocarsi liberamente e al meglio le possibilità di raggiungere la finale. Sarebbe grave anche alla prima partita, in verità.
Ad ogni modo, l' inguardabile (per tutto il torneo) Sukur ha giocato tutta la partita. Mansitz, schierato dopo il vantaggio avversario, lo ha inutilmente affiancato, non sostituito. Col controproducente risultato di trovarsi con un' ariete spento a centro area e due punte troppo esterne (Mansitz e Hasan Sas) per colpire. L' inutile assedio dei turchi non ha mai prodotto imbarazzo al bravo Marcos.
Il Brasile ha decisamente meritato la finale. Ha creato le migliori occasioni da rete, sfiorando il vantaggio prima del gol di Ronaldo (con Cafu, Roberto Carlos e Rivaldo) e il raddoppio nell' ultima parte della ripresa (con Luizao e Rivaldo). Stavolta la difesa ha retto bene, ma si deve tener conto dell' inefficacia di Hakan Sukur. Rivaldo ci ha risparmiato altre sceneggiate, producendosi in innumerevoli tentativi di tiro, varie volte da fermo (e con risultati apprezzabili).
Non gli riesce, come già a Garrincha, di segnare in sei partite consecutive ai mondiali. Resta in corsa per il titolo di capocannoniere, avendo segnato cinque reti (come Klose). Ma il candidato numero uno è Ronaldo, che all' inizio del Mundial lo aveva detto: - Vincerò il mondiale e ne sarò il capocannoniere.
Non è affatto sicuro che vi sia una correlazione, ma con la fase ad eliminazione diretta e via via che le grandi nazionali hanno abbandonato la competizione, lo spettacolo (discreto nella prima fase del torneo) è andato scemando. Qualche dato sui gol realizzati: dai 2,7 della prima fase (avevo gioito notando l' incremento rispetto alle ultime edizioni) si è passati agli 1,875 degli ottavi di finale (15 reti in 8 partite); media che è calata a 1 durante i quarti di finale e le semifinali (media totale della fase ad eliminazione diretta: 1,5). In Francia, nella fase a eliminazione diretta, si sono segnati 2,7 gol a partita (2,75 negli ottavi e nei quarti; 2,5 nelle semifinali).
Quest' anno, con la paura di abbandonare anzi tempo il torneo, sono aumentati anche gli 0 - 0; neppure le outsider, che meno avevano da perdere (Senegal, Turchia, Corea) hanno fatto eccezione, in tal senso.
Di golden gol ne abbiamo visti 3 (Camara, Ahn, Mansitz). Quello di Ahn è giunto a partita ormai finita (mancava pochissimo ai calci di rigore); gli altri due hanno prematuramente interrotto uno spettacolo che sarebbe potuto continuare. In particolare, ho provato un certo fastidio quando la Turchia ha eliminato (all' inizio dei tempi supplementari) il simpatico e spettacolare Senegal. Non sarebbe stato più interessante assistere alla reazione africana, nei successivi venti minuti? Ricordiamoci che, con la regola del golden gol, la semifinale di Messico 70 fra Italia e Germania sarebbe stata probabilmente archiviata come un beffardo (per noi) 1 - 2 (golden gol di Mueller). Nulla di più. Tabula rasa di una pagina di eroismo calcistico di cui non uno, ma due popoli possono andar fieri ancor oggi.
Alla fine prevalgono i nomi. Abbandonano la competizione altre due rivelazioni del torneo, quelle che (in maniera diversa) sono arrivate più in fondo. Le vogliamo ricordare:
la Corea del Sud, per l' uomo in più (il pubblico? L' arbitro?);
la Turchia, per l' uomo in meno (Hakan Sukur).
Germania - Brasile. In campo, domenica prossima, ci saranno le due formazioni che sono lo specchio della storia del calcio. Spero che non siano anche uno specchio per le allodole: entrambe sono arrivate ai mondiali fra lo scetticismo della critica. Al termine dell' incontro uno fra Michael Ballack (assente in finale) e Lucio potrà guardare alla stagione appena conclusa come alla più sfortunata della carriera. Secondo in Bundesliga (che il Bayer Leverkusen ha perso sul filo di lana, contro il Borussia Dortmund di Amoroso) secondo in Coppa di Germania, secondo in Champions League (persa in finale contro il Real Madrid; proprio Lucio segnò il momentaneo pareggio dei tedeschi), secondo ai mondiali. Sarà difficile, per il compagno rivale, consolarlo, dall' alto della vittoria più grande.
Brasile - Turchia 1 - 0 [Ronaldo]
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