di
Francesco Bianco
Se si è trattato, come io credo, di un mondiale meno bello rispetto a Francia 98, lo si deve principalmente a due fattori:
1) l' eliminazione precoce delle squadre favorite;
2) lo scarsissimo livello delle prestazioni arbitrali.
Tra i due fattori ci sono delle evidenti relazioni; l' eliminazione della Spagna, ad esempio, è stata chiaramente il frutto di un arbitraggio errato o peggio, partigiano. Anche l' Italia, pur avendo le sue colpe, può addossare parte del proprio insuccesso alle "sviste" dei guardalinee e dei direttori di gara. Perfino la Francia, che è fuori quasi unicamente per demeriti propri, ha duramente pagato (secondo me) l' espulsione di Henry nella partita contro l' Uruguay, giocando in 10 per quasi l' intera durata dell' incontro e rinunciando a molte delle proprie potenzialità offensive; se lo stesso metro di giudizio, più tardi, fosse stato applicato per una entrata analoga di Dario Silva su un francese, la partita sarebbe tornata in equilibrio e chissà che la Francia non potesse vincere.
Comunque, che le "grandi" abbiano steccato, è fuor di discussione. Non inganni la finale, giocata dalle due nazionali più titolate al mondo; si tratta, Germania e Brasile, di squadre presentatesi al mondiale non come favorite; la Germania, addirittura, era data per spacciata entro i quarti di finale. Discorso a sé meriterebbe l' Inghilterra, che ha avuto il calendario più difficile di tutto il torneo: prima di arrendersi al Brasile, gli uomini di Eriksson hanno avuto il merito di eliminare Nigeria, Argentina e Danimarca.
Volendo assegnare dei voti alle nazionali: 10 al Brasile, che si è confermata ai massimi vertici mondiali, confermando i vecchi valori (Cafu, Roberto Carlos, Rivaldo; Ronaldo meriterebbe un discorso a sé) e scoprendone di nuovi (Kleberson, Ronaldinho, Marcos); Germania 9: ha giocato sempre al massimo delle proprie possibilità, senza possedere un potenziale pari a quello del Brasile o di altre "grandi"; Turchia 8: la squadra più concreta, col gioco più pulito ed efficace, capace di stupire fino in fondo; Senegal 7,5: è stata l' autentica rivelazione del torneo, ha giocato il calcio più divertente ed ha raggiunto l' eccellente traguardo dei quarti di finale; Corea del Sud 7 (con riserva): la riserva sull' impresa straordinaria dei coreani è legata alle vicende arbitrali; USA 7: i quarti di finale raggiunti quest' anno valgono molto più delle semifinali del 1930; Giappone 6: dopo una buona prima fase, si è arresa troppo facilmente (e troppo presto) alla pur ottima Turchia; Spagna 5,5: sarebbe potuta arrivare più lontano, se… Inghilterra 5,5: il blasone delle rivali è un' attenuante, ma mi aspettavo che arrivasse fino in fondo; Italia 5: resta il rammarico per non aver sfruttato il grande potenziale offensivo; Uruguay 3: da una nazionale che (in tempi ormai lontani) ha vinto due titoli e che conta (in tempi recentissimi) calciatori pagati quanto Recoba, mi aspetto di più; Argentina 2: discorso analogo all' Italia, ma senza attenuanti degli arbitraggi sfavorevoli e con l' aggravante di non aver raggiunto nemmeno gli ottavi; Francia 0: non ricordo un mondiale peggiore da parte di una squadra campione in carica. Nemmeno un gol segnato, che vergogna…
I pasticci arbitrali devono avere delle ragioni ben precise; in una recentissima intervista Alberto Zaccheroni, acuto osservatore della manifestazione, ha rilevato che durante il mondiale non è stato segnato neppure un gol in fuorigioco. Viceversa, come tutti sappiamo, molti gol segnati in posizione regolare sono stati annullati. Ordini superiori? Potrebbe essere e sarebbe plausibile. Nel dubbio, annullare. Certo è che gli errori sono stati tanti, evidenti e fortemente influenti sull' andamento del torneo. Sono figli, a mio parere, di un atteggiamento falsamente democratico della FIFA. Ad arbitrare le gare non vanno i migliori arbitri del mondo bensì, piuttosto, arbitri di tutto il mondo; ma come si può pensare che in Kuwait, negli Emirati Arabi Uniti, in Cina o in Senegal, paesi di tradizione calcistica scarsa o nulla, vi siano arbitri all' altezza di un mondiale? In nazioni dove si giocano campionati paragonabili alle nostre serie interregionali o regionali, arbitri e guardalinee saranno anch' essi di livello scarso. Le partite di un campionato del mondo, in cui si affrontano (o dorvebbero affrontarsi) le squadre e i calciatori più forti del pianeta, dovrebbero essere arbitrate dai "fischietti" più bravi; se i migliori sono europei (per esempio), non sta alla FIFA negare l' evidenza con bizzarre e illogiche designazioni.
C' è dell' altro, con ogni probabilità, legato agli equilibri politici, alla Corea ospitante, alle cattive condizioni economiche in cui versa la FIFA; il sospetto di favori (a quale livello e fino a che punto, non so) ai padroni di casa è troppo forte per poterlo ignorare; tuttavia, in assenza di dati concreti e prove, preferisco tacere e sperare che non sia così; non è un atteggiamento vigliacco o ipocrita, quanto la legittima autodifesa di un appassionato che vuole restare tale; e per farlo, pur guardando in faccia alla realtà e nutrendolo, il sospetto, sceglie di abbandonarlo perché non può andare fino in fondo. Non potrò mai provare nulla né, io credo, potranno (o vorranno?) mai farlo le autorità competenti. Nel mio piccolo, rivendico il diritto a sperare finché certezza non confermi i miei sospetti, che terrò sepolti nella mia memoria e in questo diario. E' andata così.
Il tecnico che più di tutti mi ha colpito, positivamente, è stato Rudi Voeller. Il suo piccolo capolavoro non può essere neppure incrinato dalla sconfitta in finale. Il suo più grande merito è quello di aver restituito credibilità a una scuola calcistica che può guardare al futuro con maggiore ottimismo. Mi auguro che prosegua ad allenare la nazionale tedesca. Mi ha colpito anche Bruno Metsu, che ha messo insieme il Senegal delle meraviglie; il gol più bello è stato proprio dei senegalesi, il pareggio contro la Danimarca. Un plauso lo merita anche Hiddink, che abbandonerà la panchina coreana da eore. Capocannoniere della competizione è Ronaldo, che supera finalmente 6 gol (quota massima raggiunta da un singolo giocatore nelle ultime 6 edizioni: Kempes nel 1978, Rossi nel 1982, Lineker nel 1986, Schillaci nel 1990, Salenko e Stoichkov nel 1994, Suker nel 1998); per superare le sue otto reti, dobbiamo tornare indietro fino al 1970 e ai 10 gol di Gerd Mueller. La media dei gol realizzati nell' intero torneo è 2,5 a partita, inferiore ai 2,6 del 1998. Fra le reti segnate, resterà nella storia quella di Hakan Sukur, segnata dopo dieci secondi dal fischio d' inizio di Corea del Sud - Turchia: è il gol più veloce dei mondiali, dal 1930 a oggi. L' 8 - 0 della Germania sull' Arabia Saudita è stato il risultato più rotondo, ma non da Guinness dei primati.
Il premio per il fairplay lo ha vinto il Belgio: squadra corretta in campo e (contrariamente a Italia e Spagna) composta oltre ogni limite nelle proteste. Il gol annullato a Wilmots al Brasile è stato accettato con una sportività che raramente si vede sui campi di gioco. Mi trovo d' accordo, per una volta, con una decisione della FIFA.
Brasiliani e tedeschi a parte, il mondiale è stato onorato con prestazioni degne da molti calciatori: il capitano del Messico Marquez, i turchi Alpay (uno dei difensori più efficaci), Hasan Sas, Mansiz (giocoliere sul Roberto Carlos nella prima sfida contro il Brasile), Umit Davala, Emre, i senegalesi Diouf e Camara, gli statunitensi Reina (autore della prestazione migliori di tutto il torneo, contro la Germania) e Donovan, il danese Tomasson (neomilanista), l' irresistibile argentino Sorin. I coreani sono un blocco compatto e inscindibile. Nessuno degli azzurri, ahimé, mi ha impressionato (il migliore è stato Zambrotta).
Arrivederci in Germania, fra quattro anni.
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