4/7/2002

televedo mundial

ARIDATECE CAPUTI


Alla RAI va riconosciuto un merito: l' aver trasmesso tutte le partite, pagando i costi elevati dei diritti televisivi. Il mondiale è stato trasmesso ad orari non ideali per noi europei, cosa che non deve aver facilitato gli introiti legati alla pubblicità. La scelta di destinare un solo canale alle partite ci ha privati di qualche diretta, ma si è trattato di un sacrificio sopportabile. Meno giustificati, a volte, sono stati i ritardi nel collegamento con gli stadi, rapiti dall' esecuzione degli inni nazionali o già infiammati dai primi secondi della partita. Lo staff dei commentatori è stato gravemente insufficiente: accanto a personaggi rincoglionoti (noti + rincoglioniti: Pizzul e Bulgarelli), sono stati schierati telecronisti più giovani, non sempre adeguati alla circostanza: il povero Mario Mattioli è stato sottratto al suo sport preferito, la box (cui ha rinviato spesso, con ardite metafore); è andato bene l' ottimo Cerqueti (unico possibile erede dell' attuale telecronista dell' Italia, Bruno Pizzul), forte delle esperienze passate; preciso e puntuale Bizzotto, esperto numero uno del calcio tedesco (non avrebbe potuto commentarla lui, la finale?), a volte eccessivo nel narrare aneddoti in pieno svolgimento della partita; per il resto, nomi improponibili, fra i quali salvo solo (per disperazione) Marco Civoli. Mi chiedo perché il povero Massimo Caputi, glorioso telecronista ai tempi d' oro di TMC, sia stato allontanato dalla poltrona di commentatore e sistemato sul trespolo del buffone, a "Quelli che il calcio", o in un anonimo studio radiofonico, durante questi mondiali.
Continuo a chiedermi se le "seconde voci" siano proprio indispensabili, se sia comunque obbligatorio pagarne non una (per l' Italia o per le partite più importanti), ma un intero esercito; svogliati (De Canio), disinformati (Camolese), banali (un po' tutti), nemici giurati della lingua italiana (Sandreani e soprattutto Caso): meglio rifugiarsi, talora, nelle divertenti divagazioni radiofoniche della Gialappa' s Band. Se devo indicare il peggiore, fra i commentatori scelti per questo mondiale, sparo su Caso (non "a" caso!). Il migliore era ed resta Vincenzo D' Amico (a volte eccede in ironia, ma è nettamente sopra gli altri). Ai limiti della tollerabilità Camolese, gravemente insufficienti gli altri, Bulgarelli compreso.
L' oggetto misterioso, poi, resta Aldo Dolcetti. Fra "slides", come le chiama lui, flussi di gioco, diagrammi e sttistiche, è rimasto per un mese davanti a un monitor per sminuzzare gli incontri, sezionare e sviscerare tattiche di gioco, moduli, vizi e virtù di squadre e allenatori. In luogo di bistecche con l' osso, di saporiti dentici alla griglia, ci ha servito impalpabili e insipide pappette già pronte, che volentieri abbiamo rifiutato per dedicarci, piuttosto, a una genuina e fresca insalata. E' comparso dal nulla, da ex calciatore che quasi nessuno (io sì) ricordava, e tornerà dal pianeta da cui è venuto, sparendo per sempre, senza lasciare traccia di sé. Al massimo un pallido e insignificante alone di omogeneizzato sulle tende di casa.


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