Ci risiamo,
è iniziato un nuovo campionato, un torneo sicuramente diverso dagli altri. Inizia tormentato da tante illazioni, da tanti sospetti, da tante vergogne.
Certamente non sarà un bel campionato. Offeso, denigrato, scomposto, incredibile, nel senso di non creduto, insultato da tutti e più accanitamente dai media. Giornalisti che con rabbia hanno fatto della critica denigratoria una palestra d’insulti, verso un gioco che era bello ma che non lo è più.
Tutti sanno tutto, riempiono di scritti i giornali, di paroloni i commenti televisivi e trasmettono filippiche radiofoniche, in nome e per conto dei tifosi ai quali hanno rubato l’anima, condizionandoli come se fossero persone incapaci di intendere e di volere. Ai quali propongono teatrini televisivi con il buono, il brutto, , il cattivo e un finto moderatore. Il nord contro il sud, i ricchi contro i poveri e le telecronache che tolgono al tifoso il diritto di giudicare quello che vedono: una prima voce, il telecronista, una seconda voce, il commentatore tecnico che ti spiega l’azione che hai appena visto, la terza che ti dice del “vaffa” che l’allenatore ha detto al giocatore che un momento prima ha sbagliato un gol sicuro e tutto in nome di un’informazione che secondo loro il tifoso non è in grado di giudicare da solo. Illustri opinionisti che demandano tutto agli emolumenti dei giocatori non riuscendo mai a sgombrare l’equivoco che non sempre il valore e lo stipendio del giocatore equivale alla bravura tecnica e tattica.
“Pensatori” che soffrono di complessi di inferiorità verso ragazzi che reputano poco più che ignoranti ma che hanno avuto la fortuna e la capacità di richiamare centinaia di migliaia di persone in un’arena, quella ribalta accesa che qualcuno vorrebbe spegnere a suon di denigrazioni (vedi doping, partite combinate, pettegolezzi da cortile e chi più ne ha più ne metta) non pensando, probabilmente al fatto che, se la ribalta si spegnesse, a stento potrebbero tornare alla “nera” o, nella migliore delle ipotesi, alla “rosa”. Dicendo così addio ai viaggi internazionali, intercontinentali, alle cinque stelle e ai ristoranti tipici ai quali sono sempre molto devoti.
Si ricomincia a giocare. Facciamo che sia davvero un gioco. Basta sensazionalismo, basta enfasi sugli scandali presunti. Divertiamoci e gridiamo …

BENVENUTO CAMPIONATO
EVVIVA IL GIOCO DEL CALCIO

Luciano Comaschi