Non se ne può più…dove è finito il calcio?
Bello, spregiudicato, pieno di significati?
Ditelo voi!
Pensateci, come era più semplice, più genuino, vedere una partita, giudicarla
con gli amici, discuterci sopra, prendersi in giro e ridere. Dire che l’ arbitro
era cornuto era il massimo della goduria.
Non se ne può più, non esistono più partite, sono delle operazioni chirurgiche,
dove la gara è in coma e i nostri giornalisti sono i primari che non usano il
bisturi ma le telecamere, che non sono così impietose come vorrebbero farci
credere, ma lo diventano quando sono manovrate da dottori che in virtù della
loro credenza tendono sempre a salvare solo il carro a cui sono legati.
Vogliono eliminare i giudici di gara e affidare tutto a un mezzo meccanico che
secondo loro vede tutto.
Parlano, parlano… e non risolvono mai niente. Sondaggi, pareri telematici che
non convincono nessuno, sono fumo, fumo negli occhi dei tifosi.
Non vi fanno ridere i commenti sulla brutalità degli interventi di quegli
energumeni dei giocatori? Che sputano in terra, che forse si dicono parolacce,
offendendo magari i parenti degli uni e degli altri… Che volgarità!
Va a finire che gli atleti o giocheranno con un bavaglino o con dei fazzolettini
di lino per raccogliere la salivazione che inevitabilmente producono giocando,
si daranno del lei e diventeranno dei cicisbei con qualche neo sotto gli occhi
per la felicità delle telecamere e dei nostri giornalisti che saranno gli unici
educati, per bene e imparziali e si impadroniranno delle veline lasciate libere
da quei maschiacci che erano i giocatori.
Così sia,così sarà.
Speriamo di no!
LUCIANO COMASCHI