CIAO GIANLUCA, CAPITANO CORAGGIOSO

Se n'è andato in silenzio, senza clamori, solo dopo aver messo al corrente l'Italia intera dell'esistenza di un morbo raro, degenerativo del sistema nervoso...un morbo senza scampo, il morbo di Gehrig. Ed è l'immagine più commovente che ci porteremo dentro per sempre, quell'immagine di Gianluca a Marassi il 24 maggio di un anno e mezzo fa. Quello stadio, il suo stadio, quei professionisti, i suoi compagni, quella curva, la Nord, la sua curva. Quell'urlo dei trentamila, quel suo nome scandito all'ingresso della sedia a rotelle sospinta da una famiglia immensa, stoica come alcune sue partite, "capitanata" da una moglie e madre encomiabile di quattro creature tali e quali al padre... Un'istantanea struggente...un nodo alla gola malignamente ripresentatosi nella mattinata di mercoledì scorso quando si è appresa la notizia della sua scomparsa. Addio Gianluca leone del più bel Genoa del dopoguerra, gigante di quella notte all'Anfield Road verso quella semifinale di Uefa oggi neanche nei sogni; addio eroe di quella maglia rossoblu che ti sei fatto comunque apprezzare e stimare anche a Pisa, Livorno, Parma e Roma; addio capitano che oggi fai piangere i funesti e "duri" allenatori che ti ammonivano di non lasciare neanche un centimetro ai tuoi avversari; addio numero 6 che come Picchi e Scirea sei riuscito a "stordire" e "ovattare" nel tuo nome una serata di calcio anomala...e non solo perchè è capitata di mercoledì...