200 VOLTE BAGGIO

di Francesco Bianco

Era un traguardo che attendevamo, ma con spiriti evidentemente differenti. Noi trepidavamo per festeggiare, per emozionarci e per sognare un'altra stagione, per prolungare di qualche altro fotogramma quel film che dura ormai da diciassette anni; lui per sorridere un'ultima volta, sentirsi leggero e smettere senza rimpianti.
È giusto così, forse. A guardare la grazia e la semplicità con Roberto Baggio realizza i suoi gol più belli, si rischia di dimenticare i guai e le sofferenze che ne hanno accompagnato la carriera. Ripercorrere le tappe che lo hanno portato a duecento (quinto miglior realizzatore di sempre nella massima serie) è più un omaggio dovuto che effettivamente necessario. Chiunque segua il campionato italiano dagli anni ottanta, non può non avere la memoria gonfia delle prodezze di Roby, dal calcio di punizione che non impedì al Napoli di vincere il suo primo scudetto al sinsitro che ha privato il Parma di una vittoria importante per la lotta al quarto posto. In mezzo, pur escludendo Nazionale, Coppe Europee, Coppa Italia e altre competizioni, una serie infinita di gioielli di ogni fattura: calci di punizione e di rigore, conlcusioni al volo, tiri di controbalzo, colpi di testa, serpentine ubriacanti, pallonetti, destri e sinistri. Tutto questo ben di Dio Baggio lo ha guadagnato a dispetto di una carriera non propriamente felicissima: andò via dalla Juventus all'indomani della vittoria del primo scduetto di Lippi, lasciando a Del Piero, Vialli e Ravanelli la gioia di alzare al cielo la Coppa dei Campioni; al Milan lasciò poca traccia, pagandone le conseguenze anche in Nazionale (dove non ha giocato, da titolare, altro che un campionato del mondo); a Bologna, quando qualcuno aveva forse smesso di credere in lui, è risorto dalle sue ceneri, segnando le ventidue reti stagionali che restano tutt'ora il suo record; poi l'Inter, ancora una "grande", alla quale Roby non riuscì ad esprimersi ai suoi livelli. Erano i tempi del difficile e rapporto con Lippi; Baggio giocò poco, ma riuscì a congedarsi con la doppietta al Parma nello spareggio che regalò all'Inter un posto in Champions League. A Brescia, ancora una volta, un Baggio completamente diverso: rivitalizzato da Mazzone, più esperto ed astuto, raffinato come e più che in passato. Azzardo nel dire che forse, da un punto di vista squisitamente tecnico e stilistico, il miglior Baggio si è visto proprio in queste ultime stagioni, con la maglia delle Rondinelle. La doppietta contro la Fiorentina, nell'Aprile del 2002 (dopo il recupero record dall'infortunio al ginocchio, patito nella semifinale di Coppa Italia col Parma), ha emozionato una nazione intera, che si è illusa di poterlo rivedere all'opera in una rassegna mondiale. Così non è stato, peccato. L'ultimo obiettivo di Baggio è così diventato arrivare a quota 200, per poter dire addio. Peccato ci sia già arrivato.

Elenco dei 200 gol in serie A di Roberto Baggio