...E ORA A PORTE CHIUSE!

di Antonio Mastrobuono

Un vero e proprio colpo di grazia per le già inguaiate società calcistiche capitoline. Un episodio anomalo, per alcuni versi sconcertante... C'è chi parla di "procurato allarme", chi addirittura di premeditazione ma di certo e assoluto sembra esserci solo la triste realtà che il massimo calcio romano esce da quella che doveva essere una notte di emozioni con le ossa rotte. Oltre ogni illazione, oltre ogni pretesto, oltre ogni fantasia. E' per questo che adesso, sulle onde di un entusiasmo mortificato e spento dall'atmosfera belligerante attorno all'Olimpico ci facciamo promotori di un segnale forte e deciso... quello di far disputare l'atto secondo della stracittadina lontano da Roma e a porte chiuse.
Una sterzata perentoria, non necessariamente punitiva visto che dopo la turbolenta serata trascorsa davvero in pochi, fra i civili, dovrebbero sentirsela di tornare ad assiepare con entusiasmo e calore le tribune dell'impianto romano per il recupero di questa partita. Meditazione benevola per le cento o mille "schegge impazzite", per tutti coloro che farebbero bene a pensare prima di agire, per il prefetto e il questore di Roma, per i giocatori e per tutti i colleghi giornalisti mai esenti da colpe. Fermarsi e meditare per comprendere a fondo che così non si va da nessuna parte, non si ottiene giustizia, non si sconfigge il teppismo, non ci si diverte a giocare al calcio, non ci si entusiasma nella descrizione dell'evento sportivo. Chiudere quei cancelli senza il benchè minimo ripensamento, chiuderli una volta per obbligarci a pensare, chiuderli per tornarli ad aprire con un nuovo spirito, senza ansie, paure, tormenti. La Roma "pulita", sportiva e "caciarona" invoca "er ritorno ar pallone" e fa niente se per una volta ce ne staremo tutti a casa a meditare...