NON DIAMO (SOLO) I NUMERI!

Una vecchia gloria del giornalismo sportivo. Rino Tommasi, storico cronista del tennis e del pugilato, leggendaria voce di tanti eventi sportivi trasmessi da Tele +. Le sue apparizioni nella TV in chiaro, dobbiamo dirlo, non sono molte. Così come non sono molti i suoi interventi sul calcio, sport che probabilmente non annovera tra i preferiti.
Ama i numeri, il buon Rino, gli sport che si lasciano interpretare alla stregua di dati e statistiche. Il football (come amava chiamarlo Gianni brera), probabilmente, mal si adatta a questo modello (di felice applicazione, invece, nel tennis, nel basket e altrove).
Ospite all' ultima puntata della DS (speciale, in occasione del recupero della prima giornata di campionato), più volte interpellato da Massimo Caputi, Tommasi ha ripetutamente snocciolato i suoi dati: a volte interessanti e utili a capire, a volte semplici curiosità, a volte abbastanza forzati. Un esempio: riferendo la propria osservazione ai nove campionati disputati coi tre punti in palio, Tommasi ha notato come mai (dopo l' ottava giornata) siano stati recuperati più di cinque punti alla squadra di testa. Cosa spiegherebbe questo? Nulla, secondo me. Il discorso sembrerebbe attribuire l' improbabilità del recupero (dei punti) alla formula dei tre punti; la quale, piuttosto (se si ragiona al di là dei dati), offre maggiori possibilità di risalire la china della classifica...
I dati, concludendo, sono importanti. Forniscono alle riflessioni un' utile sostanza cui fare riferimento, evitando pericolosi e inutili voli pindarici. Ma non basta sventolarli al pubblico come un trofeo, come un cibo precotto e predigerito. Sono un prodotto grezzo, semilavoato, che senza l' interpretazione e il ragionamento non vale nulla.
L' impressione è che il pur ottimo Rino, talvolta, indulga troppo alla propria passione numerologica e ne faccia scudo contro la spiazzante imprevedibilità del calcio, di cui (persumiamo) è scarso e poco appassionato frequentatore. Perché il calcio, fortunatamente, è ancora sotto l' incantesimo delle magie di Baggio e Totti, che alla statistica e alla numerologia sfrenata sfuggono e (speriamo) sfuggiranno sempre.