EUROFLOP
di
Francesco Bianco
A
fare da contraltare alla "verde
Europa", l'inattesa ventata di giovinezza soffiata fino
ad ora in Portogallo, c'è il malinconico flop di tanti campioni, i
più pagati, i più attesi (con evidenti ripercussioni sui risultati
delle nazionali e degli introiti legati alla pubblicità delle
aziende che su di loro hanno investito ingenti capitali). Come non
pensare agli azzurri? Alla triade
Vieri-Del
Piero-Totti,
soprattutto.
Tanto il capitano bianconero quanto l'ariete nerazzurro si sono
presentati a Euro 2004 dopo una stagione deludente, sia a livello
personale che a livello di club. Era legittimo dubitare sullo stato
di forma (di Del Piero, in particolare), ma non sulla voglia di
riscatto in questi campionati europei. Così non è stato. Se Del
Piero, spostato da Trapattoni in una posizione non amata (quella di
esterno sinistro, nella quale aveva già fallito Euro '96), ha
giocato a corrente alternata, senza entusiasmare, il torneo di Vieri
è stato addirittura catastrofico. Tanti colpi di testa sbagliati,
mai un movimento giusto in fase di smarcamento, neppure una rete. Ad
rendere più meschina la figura del centravanti dell'Inter, la
conferenza stampa dell' "Io più uomo di tutti". La ciliegina sulla
torta.
O magari abbiamo capito male. Forse Vieri voleva dire "Io più uomo
di Totti", l'unico ad averlo superato nella classifica dei flop
azzurri a Euro 2004. Esaltato (troppo) da Trapattoni, incoronato re
d'Italia dalla stampa del pre europeo, ha rovinato con un gestaccio
(cui è stata data troppa enfasi, dobbiamo riconoscere) un torneo di
cui sarebbe dovuto essere protagonista. Nient'altro che una gara
incolore e sfortunata. Poi Totti, di cui è lecito dire che ha
sputato nel piatto in cui stava mangiando, è stato relegato dalla
squalifica al rango di triste spettatore della disfatta italiana.
Ma la crisi non si è limitata agli azzurri: David
Beckham, con quattro partite
opache (neppure
Owen ha brillato) e due rigori
sbagliati, è stato fra i responsabili dell'eliminazione inglese
dall'Europeo;
Raul, capitano e simbolo della
Spagna, non ha saputo dare alla propria nazionale quel valore
aggiunto necessario a passare il primo turno (in particolare, a
piegare la difesa del Portogallo). Qualcosa di più, quantunque
abbiano segnato reti importanti, era lecito aspettarsi (sul piano
del gioco) da Zinedine
Zidane e Tierry
Henry. Molto di più, per
restare sulla Francia, da
Trezeguet.
Avevano cominciato male anche gli assi portoghesi:
Figo e
Rui Costa. Ma a suon di fughe
sulla fascia il primo, di gol pesanti il secondo (dimentichiamo il
rigore contro l'Inghilterra...), stanno risalendo la china. Il resto
ce lo diranno le semifinali e la finalissima. |