17/5/2002 |
c' è posta per noi
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Il calcio comunque sconfitto
Ed ecco che partono dunque le due avventure calcistiche piú importanti dell´anno: l´europeo under 21 ed il campionato del mondo.
L´Italia è tra le favorite in entrambe le competizioni. Ció, nonostante che in entrambe le competizioni abbia lasciato a casa i suoi uomini di maggior talento: Cassano Antonio e Baggio Roberto. La scusa che entrambi i commissari tecnici hanno presentato in comune è quella secondo la quale era giusto premiare il gruppo che al mondiale ci aveva qualificato. Mi permetto di contestare aspramente questa idea di giustizia. Al mondiale ci devono andare i piú forti e i piú in forma. La storia dá torto a Trapattoni e Gentile: i vari Cabrini ´78, Rossi ´82, Schillaci ´90, Baggio ´98 solo per citare i primi che vengono in mente, tanto poco avevano contribuito alla qualificazione quanto in modo determinante hanno contribuito al risultato ottenuto poi dalla squadra. E inoltre mi permettano i due commissari tecnici di ritenere questa giustificazione anche abbastanza ipocrita: il fatto che i due fuoriclasse non abbiano contribuito alla qualificazione dipende in parte dai ct stessi, i quali invece parlano come se casualmente Cassano e Baggio non avessero mai fatto parte del gruppo. Chi se non Gentile ha iniziato a mettere in panchina prima e a non convocare Cassano poi ? Chi se non Trapattoni non ha mai convocato Baggio neanche nei suoi mesi di forma smagliante?
Ma Trapattoni si è superato quando ha affermato che Baggio a suo avviso non è in forma, che non è completamente recuperato. Una affermazione da persona ignorante
(Baggio ha da poco sostenuto test medici che lo danno in grandissima forma; e comunque mancano ancora due settimane) e
ipocrita (Totti ha giocato una partita da marzo, Maldini un paio in tutto l´anno solare), un´affermazione umiliante per Baggio che ha lottato oltre l´immaginabile per conquistare un posto al mondiale. L´unico vero motivo è che nessuno, in quello spogliatoio, è tanto
campione da riuscire a fare un grande mondiale con Baggio seduto in panchina. Né
Trapattoni, né Totti, né, ultimo, Del Piero. La forma, il talento, la fantasia, la simpatia di Roberto avrebbero schiacciato tutti, avrebbero chiarito a tutti quali sono le reali gerarchie del
calcio italiano. Del Piero è tornato ad essere un buon giocatore dopo quattro anni di
assenza, Del Vecchio ha segnato tre gol in campionato, Inzaghi dal ´98 non supera i quindici gol a stagione eppure tutti hanno sempre il posto assicurato in Nazionale. Roberto Baggio mai.
Laddove prevalgono gelosia e ingiustizia, lí c´è il calcio italiano di oggi. Ma avremmo dovuto iniziare a capirlo quando Zola fu costretto ad emigrare.
E cosí Bonazzoli giocherá titolare l´Europeo Under 21 non si sa per quale strano motivo (ma si sa che è un motivo anticalcistico) mentre Cassano stará al mare di Bari Vecchia. E cosí il Di Livio (non per sua colpa) peggiore delle ultime 8 stagioni va al mondiale con Gattuso e Iuliano e Del Vecchio senza il quale la Roma sarebbe campione d´Italia. Al fianco loro Coco che ha giocato seduto in panchina tutta la stagione e Doni che da due mesi è l´ombra dell´ombra del suo gemello di inizio stagione e Tommasi che è un´ottima persona, senz´altro. Tutto questo, mentre Roberto
Baggio, 181 reti in serie A, 11 nelle ultime 12 giornate, una salvezza conquistata da solo, un pallone d´oro a casa, 27 gol in Nazionale, bello e determinante in tre mondiali consecutivi, universalmente riconosciuto come uno dei piú grandi giocatori di sempre, sta in vacanza in Argentina. Ora, le Italie probabilmente vinceranno entrambe le coppe. Ma resterá forte l´impronta di queste convocazioni: la fantasia, la poesia, la musica iniziano a non essere piú capite dagli addetti ai lavori. Iniziano ad essere drammaticamente evitate.
Caro Trapattoni, lei potrá essersi anche disfatto di Baggio per questi mondiali ma per dirla con Gianni "è difficile, mi creda, molto difficile battere una musica".
Livio
D' Alessandro
Il tema è
"caldo": quello delle convocazioni, del difficile
rapporto fra la classe dei singoli e gli equilibri della squadra,
dell' inserimento e dell' impiego dei "numeri 10", i
cosiddetti "panda" di Gianni Mura. Più che di musica e
di poesia, i ct delle nazionali debbono pensare alla concretezza e
ai risultati: la stessa concretezza e gli stessi risultati che
servivano a Carlo Mazzone per la salvezza del Brescia e che il
sanguigno tecnico romano ha trovato in Roberto Baggio. E' così:
se Baggio meritava la convocazione, ciò non era in virtù della
sua storia, dei sacrifici fatti o delle suggestioni che poteva
suscitare nel pubblico italiano e non, quanto in virtù del
concreto apporto che poteva dare alla squadra, l' esperienza e la
classe illuminante di cui è ancora padrone.
Veniamo al resto: noi pensiamo che Baggio, alla Nazionale, avrebbe
fatto comodo: è un calciatore di grandissimo talento che si
sarebbe anche seduto in panchina, tacendo, pronto ad alzarsi ed
entrare in campo al primo richiamo del Trap. In una rosa di 23
giocatori lo avremmo inserito, come avremmo inserito Dario Hubner,
24 gol e una garanzia costante di quantità, qualità e
professionalità. A loro sfavore hanno senz' altro giocato l' età
(Trapattoni ritiene che calciatori più giovani sono in grado di
assorbire in tempi più rapidi le fatiche di una partita; ma non
dimentichiamoci che il mondiale dura un mese, non un anno, e che
la rosa offre anche ottime garanzie di rotazione) e, nel caso di
Baggio, i gravi infortuni. Se poi questi ultimi siano stati per il
ct un pretesto (avendo egli già intenzione di non convocare
Roberto Baggio) più che una vera motivazione (voleva chiamarlo e
non ha più potuto), noi non possiamo dirlo. Non abbiamo alcun
elemento per parlare di malafede o di ingiustizia.
Comunque, noi lo avremmo convocato. Baggio ci piace e lo riteniamo
un grande campione (augurandogli di non smettere). Non siamo d'
accordo, invece, su qualche altra valutazione del nostro amico
Livio (già nostro collaboratore... e speriamo anche in futuro!):
considerata la situazione vissuta dalla sua squadra, Angelo Di
Livio non ha giocato affatto la sua peggiore stagione. Avendolo
visto anche dal vivo, possiamo dire che il vecchietto (36 anni) sa
ancora muoversi bene e ha grinta da vendere. Certo, ci spiace non
vedere sulla fascia un Antonino Asta, tutto cuore, polmoni e anche
classe da vendere. Con la carenza di qualità dei nostri laterali,
poi...
Tommasi, oltre ad essere un' ottima persona (che non basta ad
avere la nomination al pallone d' oro: anzi, non serve proprio),
è anche un ottimo calciatore: generoso, corretto (il che è
utile, per finire la partita in 11; ne conosciamo altri, nel
medesimo ruolo, che non sanno esserlo altrettanto) e infinitamente
utile alla squadra, anche ad alti livelli. I suoi progressi
tecnici, negli ultimi anni, sono innegabili. Delvecchio: avremmo
anche potuto sacrificarlo, per lasciare spazio a Baggio, ma l'
affermazione che "la Roma senza di lui avrebbe vinto lo
scudetto" ci pare assolutamente azzardata. Non si dimentichi
che, con Delvecchio titolare, la Roma uno scudetto lo ha vinto.
Veniamo a Cassano, impertinente ragazzino prodigio di Bari
Vecchia. Antonio è stato escluso da Gentile per motivi
caratteriali. Sono valutazioni, ci sembra, che è difficile
giudicare dall' esterno: certo, tecnicamente parlando, escludere
Cassano è una mossa autolesionista. E non crediamo che sia stato
così.
Senza i panda, dunque, o senza alcuni di loro. Nell' under 21 c'
è Pirlo, non dimentichiamolo; nella Nazionale del Trap ci sono
Totti (che fisicamente non è un panda, ma coi suoi lanci sa
illuminare il gioco), Del Piero (in forma ritrovata) e Montella
(che è un attaccante puro ma ha idee da numero 10). Noi ci
avremmo messo anche Baggio ma speriamo che basti anche così.
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