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21/5/2002

c' è posta per noi


Peccato, Alex!

Non ritengo scandaloso di per sé che un giocatore che abbia realizzato sedici reti nel campionato appena concluso e che nella sua carriera abbia sempre giocato seconda punta rifiuti di fare il trequartista in un´amichevole della Nazionale. Discutibile, questo si. Ma non scandaloso. Discutibile perché la Nazionale è un onore, è il sogno di tutte le migliaia di bambini che iniziano a giocare a calcio. E solo per rispetto verso i tanti sogni infranti, non ci si dovrebbe 
permettere di dire no. D´altro canto, se un giocatore non si sente adatto ad un determinato ruolo e ha paura di nuocere alla squadra forse è giusto che lo dica pubblicamente e che sieda in panchina. Ritengo invece l´episodio scandaloso quando il calciatore che rifiuta 
una maglia azzurra si chiama Alessandro Del Piero.Il ragazzo di Conegliano Veneto è tornato effettivamente a meritare sul campo una maglia azzurra dopo quattro anni di prestazioni mediocri durante le quali non si sa quale sponsor o protettore divino gli garantisse comunquecostantemente la convocazione in Nazionale. Non è certo colpa sua, e siamo d´accordo, se al mondiale del ´98 Maldini lo preferiva a Baggio facendogli fare solo brutta figura. Non è neanche colpa sua se Zoff gli ha dato la possibilitá di giocare la finale dell´Europeo in un momento della carriera in cui sbagliava gol a porta vuota. Non è colpa sua se tutti i tecnici lo hanno sempre aspettato, se tutti lo hanno sempre considerato fondamentale, se era titolare fisso e capitano della squadrapiú titolata d´Italia anche quando per un paio d´anni non ha realizzato neanche mezzo gol su azione. 
È invece colpa sua e una colpa di cui vergognarsi il rifiuto della maglia azzurra nell´amichevole di Praga. Dovrebbe essere riconoscente, Del Piero, per tutti gli anni in cui ha vissuto di quella rendita creatasi - meritevolmente, sia chiaro - nella prima Juve di Lippi. Il 
calcio ci ha insegnato che non tutti i giocatori nella loro carriera hanno avuto le spalle protette come Alex. Non avrei sputato su questa fortuna. 
Ritengo dunque che in Repubblica Ceca il numero 7 italiano dei prossimi 
mondiali abbia perso una grande occasione per mostrare consapevolezza 
del passato, gratitudine e umiltá.

Livio D' Alessandro

No, probabilmente non è scandaloso che un calciatore esprima (puché lo faccia con educazione e rispetto per il proprio allenatore o ct) il proprio dissenso sulla propria posizione in campo, chiedendo di essere impiegato in un ruolo o di sedere in panchina per coerenza con tale idea: rientra nella normale dialettica fra due professionisti, il giocatore e chi lo allena, il regista e l' attore. Un rapporto di pura e semplice subordinazione sarebbe, oltre che impensabile, assolutamente poco proficuo.
Nella vicenda di Del Piero, tuttavia, c' è qualcosa che non ci piace. Innanzi tutto perché siamo alla vigilia di un Mondiale, occasione in cui si è tutti più pronti a generare polemiche (motivo in più per evitarne le occasioni); secondariamente, per quello che si è visto in campo: una squadra senza gioco né anima, proprio a causa dell' assenza di un trequartista, fosse Totti o Doni. O Del Piero, se avesse accettato la proposta del mister. In simili circostanze tutti dovrebbero essere disponibili a tutto.
Ci piace poco, il rifiuto di Del Piero, perché sembra un voler ribadire che lui non è il vice Totti, ma una via di mezzo fra Totti stesso e Vieri. Ossia, traducendo in concreto: - Siccome Vieri è il centravanti titolare e Totti sembrerebbe essere il perno del gioco d' attacco (intoccabile anche lui), l' unico modo di giocare titolare è quello di fare la punta accanto a Vieri (ruolo naturale di Del Piero, per altro). Accettando la consegna della trequarti per una gara, dietro due punte vere, Del Piero rischiava di essere retrocesso da compagno d' attacco di Vieri (e perciò titolare) a riserva del fantasista giallorosso.
Una astuta e ardita mossa strategica, dunque. Un chiaro messaggio al Trap che, ne siamo certi, saprà ben gestire la situazione. Ma la storia del calcio di questi episodi è piena. Non dimentichiamoci, per esempio, il rifiuto di Beppe Signori di giocare da esterno sinistro nell' attacco dell' Italia di Sacchi, a USA '94. Quel rifiuto, civilmente espresso al ct, gli costò (ovviamente) la finale dei Mondiali. Lo rifarebbe ancora?
Rifletta, Alex: qualcuno, non meno illustre di lui, pur di essere in Giappone giocherebbe anche in porta...

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